Flotte aziendali, l’era del downsizing

Abbattere i costi non vuol dire vetture più piccole e meno accessoriate, ma berline meno appariscenti e spesso anche più chic. Ecco cosa sta succedendo nel mondo del noleggio a lungo termine per le aziende. E dove sta andando il mercato

Pensavate fosse solo un fenomeno passeggero, un effetto a breve termine della crisi o magari una specie di moda? Vi sbagliavate. Nelle flotte aziendali il downsizing o downgrade (che in parole povere vuole dire contenimento dei costi e quindi ridimensionamento delle vetture) è una realtà strutturale, destinata non solo a durare negli anni, ma anche a radicalizzarsi. L’orizzonte temporale a cui costruttori, operatori di leasing e noleggio e aziende guardano con ansia è il 2012. Quando le automobili di nuova generazione, elettriche e soprattutto ibride, invaderanno il mercato di massa. Non sempre più pulito equivale a dire più piccolo, sia chiaro, ma le imprese ci hanno preso gusto, e oltre a essersi sentite più virtuose affidando a manager e dipendenti auto che inquinano meno, nel vedere che la scelta di modelli più compatti influisce non poco sul conto economico hanno anche provato un sollievo al quale non sono più disposte a rinunciare. Tenendo poi conto che le dimensioni, è vero, diminuiscono, ma il comfort e gli optional in molti casi aumentano, passare da un’ammiraglia a una vettura più compatta diventa meno traumatico di quanto si possa immaginare. Ed ecco che i costruttori generalisti si trovano improvvisamente avvantaggiati in un campo a loro congeniale, mentre da questo punto di vista i marchi premium sono costretti a rimodulare prodotti e servizi per competere con l’offerta delle più “piccole”. Qualunque piega prenda questa sfida, il 2010 è un anno da leoni per i noleggiatori: se nel complesso il mercato dell’auto, soprattutto a causa della fine degli incentivi statali, ha conosciuto una flessione che con sole 68.718 auto immatricolate lo scorso agosto (-19,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) lo ha riportato ai livelli di 17 anni fa, il settore delle vetture aziendali ha fatto registrare un +33% per quanto riguarda i veicoli destinati al noleggio, e un +8,2% su quelli intestati a una ragione sociale.«Francamente ci aspettavamo risultati del genere, era più che logico», commenta Fabrizio Ruggiero, direttore generale di Leasys. «La crisi aveva fatto sì che molte imprese decidessero di prorogare i contratti di noleggio in scadenza. Così, passati i 36 o i 48 mesi di noleggio prolungato, e con i primi segnali di ripresa, soprattutto per le aziende che esportano, nel 2010 sono stati siglati diversi accordi che in alcuni casi hanno previsto la sostituzione in blocco di flotte le cui vetture erano ormai tecnologicamente obsolete. Per tutte queste ragioni, altrettanto serenamente, mi aspetto che l’anno prossimo il mercato non possa replicare la performance», precisa Ruggiero. Sarà, ma intanto affila le armi con le Fiat, le Alfa Romeo e le Lancia che costituiscono il cuore del portafoglio Leasys. La richiesta delle motorizzazioni Bipower (con alimentazione a metano e a benzina) e Twin air (un piccolo propulsore sovralimentato che pesa e inquina meno) è aumentata, e nella top 10 delle auto più ricercate nel noleggio a lungo termine ci sono ben sei modelli del Lingotto, e le prime due sono proprio la Grande Punto e la Panda, vere regine tra le macchine “operative”.Le vetture del gruppo di Torino devono però competere con un altro costruttore generalista. Un marchio che ha da poco avviato un processo di riposizionamento attraverso il rinnovo di tutta la gamma, e che proprio per questo si muove nel mercato delle flotte aziendali con interessanti margini di crescita. Citroën ha già lanciato le nuove C3 e DS3 nel segmento B, quello che un tempo veniva definito delle utilitarie, ma sarà l’offensiva nel segmento C (quello delle berline compatte), con la C4 a fine anno e soprattutto con la DS4 all’inizio del 2011, a rappresentare una tentazione in più per manager e dipendenti. «Secondo i dati che abbiamo a disposizione, sul mercato complessivo delle flotte aziendali il segmento C è passato da una quota del 36% nel 2009 al 45% del 2010», spiega Marco Paganotto, responsabile dell’area Business di Citroën Italia. «Questo è l’aspetto più macroscopico, ma il fenomeno del downsizing riguarda anche la migrazione da costruttori di fascia premium, il cui blasone prima della crisi aveva un prezzo che si era disposti a pagare, verso marchi che hanno fondato il proprio valore sull’avanguardia delle soluzioni tecnologiche, sulla sicurezza e sul comfort. Basti pensare alle performance dell’ultima versione della C5, il cui successo va ben oltre il consenso che ha ottenuto tra i possessori del modello precedente. Grazie ai suoi contenuti è diventata un’alternativa all’offerta di altre case, tanto è vero che le permute che facciamo sulla vettura spesso riguardano modelli Audi e Alfa Romeo».Ma per chi non vuole rinunciare a guidare il “macchinone” pur volendo contenere i costi, Leasys ha creato l’anno scorso il servizio QuasiNuovo, «con il quale», dice Ruggiero, «proponiamo il rinoleggio di macchine usate (con massimo 18 mesi di vita e 45 mila chilometri) totalmente rimesse a punto, con pneumatici sempre nuovi e garantite dai severi standard di qualità di Leasys. Il risparmio rispetto a un leasing sul nuovo può arrivare al 20%, ed è possibile accedere ad auto di alta gamma senza sostenere costi troppo onerosi». L’iniziativa ha avuto talmente successo che Leasys ha creato per il progetto un portale dedicato, Quasinuovo.leasys.com, online da settembre.In questo panorama non sembra comunque soffrire Audi, che con la sua A4 occupa la terza posizione delle auto aziendali più diffuse. Secondo Alberto Cestaro, responsabile Flotte per l’Italia del costruttore di Ingolstadt, il brand alto di gamma del gruppo Volkswagen ha registrato quest’anno i migliori risultati del comparto premium tra le auto aziendali. «Audi detiene una quota del mercato del 5,3%, e nel segmento premium arriva al 29,7%. Senza contare che se è vero che le immatricolazioni a uso aziendale sono in controtendenza rispetto all’andamento del settore dell’auto in generale, nelle flotte il mercato premium ha perso 10 punti percentuali. Noi siamo invece cresciuti del 4%. Un risultato dovuto non solo alla qualità dei prodotti e al lancio di importanti novità come la Q5 e la A5 Sportback, ma anche alla strategia di relazione con i clienti flotte veicolata attraverso le società di noleggio. Nei confronti delle quali, nonostante la crisi, non abbiamo mai svenduto l’offerta spingendo sulla leva promozionale. Ecco perché il valore residuo delle vetture si è mantenuto alto».La Serie 3, che rappresenta all’incirca la metà delle vetture Bmw presenti nelle flotte italiane, è il quarto modello nella classifica del noleggio a lungo termine, subito dopo la Audi A4. «Cerchiamo di rivolgerci direttamente allo user-chooser», dice Maurizio Ambrosino, Fleet & Remarketing manager di Bmw Italia, «perché per noi in questo momento è fondamentale superare il paradosso secondo il quale chi vuole risparmiare a tutti i costi, pur puntando ad avere una macchina di un certo tipo, si orienta verso gli allestimenti full optional di modelli di brand non premium. Il risultato? Alla fine si arriva a pagare una cinquantina di euro in meno al mese sul noleggio, ma non ci si trova al volante di una Bmw, di un’Audi o di una Mercedes». Così Ambrosino cerca di mettere in luce vantaggi economici che non sono immediatamente riconoscibili nel momento in cui si sceglie una Bmw. «Quando parliamo con i nostri interlocutori dimostriamo, dati alla mano e con un programma di calcolo dedicato, che con la tecnologia Efficient Dynamics le nostre vetture, già in un periodo di 24-36 mesi, consentono a livello di flotta un risparmio che supera la differenza di costo della rata di leasing Bmw».C’è da dire che se per il momento il costruttore bavarese è in prima linea rispetto alle tecnologie motoristiche ad alta efficienza, la piazza rischia di affollarsi molto presto. Citroën, dopo aver rivisto stile e design delle proprie vetture, nei prossimi 24 mesi rinnoverà anche la gamma motori, con il propulsore elettrico che equipaggerà la vettura a emissioni zero C0, e poi con l’ibrido Ehd. «Ci troviamo in un movimento di lungo periodo, e quello che stiamo vivendo ora ne rappresenta i prodromi», dice Marco Paganotto. «Il vero cambiamento avverrà con la rivoluzione tecnologica dei motori, e solo a partire dal 2012 ci sarà un’offerta più strutturata. Noi contiamo molto sulle aziende. Sono loro il cuneo dell’innovazione: un po’ per questioni di immagine, un po’ per contribuire ad abbassare le emissioni inquinanti, e un po’ per l’effettiva convenienza dei veicoli ibridi ed elettrici soprattutto nei cicli urbani, terreno di spostamento privilegiato dei manager, sono certo che le imprese saranno le grandi protagoniste di questa trasformazione».

La Top 10 del noleggio a lungo termine
ModelloAcquisti 12 mesiShare

1

Grande Punto FIAT

12.332

9,91%

2

Panda FIAT

7.724

6,21%

3

A4 AUDI

6.813

5,47%

4

Serie 3 BMW

6.183

4,97%

5

Delta LANCIA

6.142

4,93%

6

Passat VOLKSWAGEN

4.741

3,81%

7

Bravo FIAT

4.399

3,53%

8

Focus FORD

4.240

3,41%

9

159 ALFA ROMEO

4.225

3,39%

10

Croma FIAT

3.990

3,21%

Fonte: Elaborazione Aniasa su dati Unrae

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