L’ottimismo va di moda anche nella sua versione a quattro ruote. Perché se è vero che lo spietato linguaggio dei numeri parla di una débacle dei mercati automobilistici che, in Italia, si è concretizzato a fine anno in circa 350 mila vetture nuove vendute in meno rispetto al 2007, è altrettanto vero che solo i modelli davvero belli e razionali possono sfidare la crisi. Del resto, accettare la scommessa per i costruttori è un obbligo, dato che il calendario delle nuove uscite era già scritto prima dello sboom: nei prossimi 12 mesi nelle vetrine dei concessionari arriveranno non meno di 60 auto nuove di zecca, pronte a strizzare i fari ai potenziali clienti. Clienti che, però, sono in preda a una crisi esistenzial-motoristica senza precedenti. Partiamo dalla velocità che, almeno in Italia, ha sempre rappresentato un valore assoluto fin da quando, negli Anni ’50, chi si presentava davanti agli amici con la sua fiammante nuova compagna si sentiva immancabilmente chiedere: «Ma quanto fa?». Oggi quel valore è diventato del tutto relativo, umiliato non solo dalla ragione, ma anche dall’intensità del traffico, dalla patente a punti, dai Tutor e da tutta la potenza di fuoco elettronica dei marchingegni in dotazione alle forze dell’ordine. Insomma, i costruttori devono puntare su argomenti nuovi per un obiettivo ghiotto: crisi o non crisi, il mercato automobilistico italiano vale circa 2,1 milioni di vendite all’anno, cioè le fatidiche 350 mila unità in meno di un’annata eccezionale. E anche se le previsioni per il 2009 sono catastrofistiche e indicano le 1.850.000 immatricolazioni come traguardo difficile da superare, c’è comunque una massa imponente di uomini e donne che, per piacere o per necessità, dovrà cambiare macchina. La domanda, dunque, è: «Come conquistarli?».
APPROCCIO GREEN
Finito sugli scaffali dei ricordi il mito della velocità, a farla da padrona è l’ecologia. Infatti, è bello sentirsi in possesso della patente di ambientalisti e politicamente corretti, ma è altrettanto piacevole risparmiare sul carburante. Ci guadagna il pianeta e ci guadagniamo noi, un cocktail di interessi virtuosi che ha letteralmente scatenato le case costruttrici nella ricerca delle soluzioni più risparmiose e, nello stesso tempo, più spendibili sotto il profilo del marketing. La scelta più radicale è quella della Smart, che, dopo aver siglato un accordo con Enel per creare una rete di strutture di rifornimento, circa 400 punti ai quali collegarsi per fare un pieno di elettricità, a partire dalla fine del 2009 metterà in vendita la sua microcar a motore elettrico: batterie agli ioni di litio garantiscono vantaggi in termini di durata e affidabilità rispetto a quelle precedenti al sodio-nichel-cloruro. L’accordo Smart-Enel interesserà dapprima una piccola flotta di esemplari, che costituirà una sorta di “testa di ponte” per lo sbarco commerciale vero e proprio, programmato per il 2011. Grazie a una potenza di 41 cavalli, la Smart Ed garantisce una velocità massima di circa 110 chilometri orari e un’autonomia di oltre 110 chilometri. Con il fiore all’occhiello di emissioni che eliminano la seccatura dei calcoli, dato che sono semplicemente pari a zero. Ma le ricerche di mercato dicono che non sono molti gli automobilisti pronti a varcare il Rubicone dell’elettricità senza rete. La prima ibrida in ordine alfabetico tra quelle che esordiranno nel 2009 è l’Audi A1 Sportback, dotata di cinque porte, quattro posti e, soprattutto, due motori. Quello principale è un quattro cilindri turbo di 1,4 litri di cilindrata da 150 cavalli di potenza ed è affiancato da un propulsore elettrico da 27 cavalli che entra in scena soprattutto in fase di accelerazione, riducendo i consumi di circa il 30%. La Sportback, poi, può essere utilizzata anche come un’elettrica dura e pura, dato che le batterie le permettono di percorrere fino a 100 chilometri senza ricorrere al pescaggio dal serbatoio. Passando da Ingolstad, sede della casa dei quattro cerchi, a Stoccarda, feudo della stella a tre punte Mercedes, si trova un’altra auto bimotore. È la Vision Glk Bluetec Hybrid, Suv di taglia media che abbina la propulsione diesel a quella elettrica ottenendo come risultato una percorrenza media di 17 chilometri con un litro, dato niente male per un veicolo da 224 cavalli capace di accelerare da zero a 100 chilometri orari in soli 7,2 secondi.La fiaccola con il sacro fuoco del risparmio energetico resterà in Germania fino a dicembre, quando farà la sua apparizione sulle strade la Serie 7 di Bmw nella versione ActiveHibrid, il cui propulsore elettrico di potenza ridotta (20 cavalli) serve soprattutto a incrementare la coppia del poderoso otto cilindri a benzina e la prima sport utility coupè di Monaco, l’autorevole X6 anch’essa in formato ibrido. Il risultato per le due Bmw è ecologicamente rilevante: meno 15% sia di consumi sia di emissioni di CO2. Già, ma i giapponesi? Chi ha a cuore l’ambiente si tranquillizzi: a Oriente non stanno a guardare i progressi made in Deutschland e a marzo arriverà la Honda Insight, erede della prima ibrida proposta dalla casa negli Stati Uniti nel 2002.
PICCOLE E SCATTANTI
Continuando a scorrere il calendario delle uscite automobilistiche del 2009, si capisce con chiarezza che se ibrido è bello, piccolo è ancora meglio. Sì, perché la tendenza che voleva ogni nuovo modello più lungo di quello che lo aveva preceduto si è definitivamente invertita, almeno nel vasto mondo delle city car. E la punta di diamante di questo micro-trionfo è la Toyota iQ, anti Smart dai fari a mandorla che in tre metri esatti concentra tre posti a sedere. In contemporanea con la iQ esordirà la Ford Ka, una piccola con le ambizioni da grande perché prestazioni e finiture sono decisamente di classe superiore. Il lusso, d’altronde, sta assumendo una certa trasversalità sul listino e lo si può trovare non più solo sulle supercar e sulle ammiraglie blasonate ma anche sulle city car. Proprio Ka, dopo il debutto a inizio 2009, invaderà le strade in versioni ricche di glamour e pensate per un pubblico molto esigente. Hyundai i20, meno rivoluzionaria (è una cinque porte dalla linea filante che mette nel mirino commerciale soprattutto la Fiat Grande Punto) ma pur sempre innovativa. Le finezze tecniche che la contraddistinguono sono innumerevoli, ma quel che più conta è il dato in cui si concretizzano: 25 chilometri con un litro di gasolio per un’auto spinta da un motore da 1,4 litri di cilindrata che eroga una potenza di 90 cavalli. Si torna, invece, alla compattezza con la Suzuki Alto (disponibile a maggio), che offre sei aibag e l’Esp nella dotazione di serie, e soprattutto con la Nissan Pixo, che precederà la Alto di un mese (sono figlie del medesimo progetto e della stessa linea di produzione) e condensa in poco più di tre metri e mezzo di lunghezza quattro posti ragionevolmente comodi e un bagagliaio particolarmente generoso.Insomma: la battaglia per la conquista delle strade delle città sarà durissima. E se giapponesi e coreani puntano sulle armi della razionalità tecnologica, l’Italia continua a credere che l’occhio ha diritto alla sua parte. Ecco perché i designer che si sono cimentati sul tema della nuova Lancia Ypsilon, nelle vetrine dei concessionari a ottobre, hanno avuto un compito non facile: far nascere dalla propria matita l’erede di una vettura come la Y10 che piaceva “alla gente che piace”, come recitava lo spot, significa dar fondo alla propria creatività. Il risultato del lavoro degli stilisti delle lamiere è una carrozzeria che riunisce l’eleganza di un abito da sera e la sportività di una tuta da pilota: la gente che piace è ancora una volta servita. Anche da un’altra piccola creazione del Gruppo Fiat, la 500 Cabrio, che sarà pronta a scorrazzare en plein air da aprile, mentre l’avversaria ormai conclamata e capace di contagiare gli automobilisti, soprattutto femmine, con il medesimo glamour, la nuova Mini in versione cabriolet, arriverà sulle strade suppergiù nel medesimo periodo. Si dovrà invece aspettare l’afa di agosto per toccare con mano la Beat, il modello cui Chevrolet affida la pesante eredità della Matiz, la low cost disegnata da Giugiaro che ha fatto numeri da capogiro.Un discorso a parte tra le piccole in arrivo nel 2009 lo merita la Citroën C3 Picasso. Il suo è un design quasi cubista messo al servizio dell’abitabilità. Lunga 4,08 metri, larga 1,73 e alta 1,62, offre a guidatore, passeggeri e bagagli spazi notevolissimi.
ALL’INSEGNA DEL LUSSO
Passando dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, quantomeno sul piano del prezzo, ecco la Porsche che a Stoccarda pensano da vent’anni e che, per un motivo o per un altro, non era mai nata: si chiama Panamera, arriverà a dicembre ed è una granturismo a quattro porte che dimostra che la vocazione alla sportività è ancora un virus presente nella popolazione degli appassionati di belle auto. Così, l’Alfa Romeo conta di scatenare un’epidemia con la sua 149, che prenderà il posto nel listino della 147, che mostrerà i suoi muscoli nel segmento C del mercato, ovvero su un ring particolarmente affollato, e che probabilmente non sarà più contrassegnata da una sigla numerica ma potrebbe chiamarsi Milano.Infine ci sono i costruttori che possono ancora permettersi di puntare sulle prestazioni come argomento prioritario di vendita. Sono rimasti pochi, certo. E non si sono estinti grazie al fatto che sognare è ancora un’attività assai diffusa tra gli appassionati di automobili. E ai (facoltosi) sognatori è interamente dedicata la Ferrari Scuderia Spider M16 (16 sono i mondiali costruttori vinti dalla Ferrari in Formula 1), il cui esordio è programmato per il mese di marzo, anche se gran parte dei 499 esemplari che costituiranno la tiratura limitata di questo modello sono già stati opzionati. Qui, nell’Empireo dei motori, la parola “cavalli” si identifica ancora con rombanti galoppate e non con le fruscianti banconote passate nelle mani dei gestori dei distributori di benzina. E allora nella carta d’identità della versione aperta della Scuderia Spider M16 c’è scritto a chiare lettere che i purosangue alimentati a benzina sono 510, che si può passare da zero a 100 all’ora in 3,7 secondi e che quota 315 orari è a portata di pedale del gas. Potentissimi schiaffi alla crisi arriveranno anche dalla Lamborghini con la versione trasformabile della Gallardo Lp-560/4. Il dieci cilindri avrà una cilindrata di 5.204 centimetri cubi e la potenza salirà a quota 560 cavalli. Come dire una velocità di punta di 324 chilometri orari immutata con l’auto chiusa oppure scoperta. E in accelerazione bastano quattro secondi per passare da zero a 100 all’ora e 13,1 secondi per ritrovarsi proiettati a 200 all’ora. E una bellissima scoperta sarà rappresentata dalla Maserati GranTurismo in versione cabriolet. Quattro confortevoli posti con le raffinatezze delle sellerie rifinite con il gusto del made in Italy e una mandria di cavalli scatenati per offrire emozioni al cubo. Il palcoscenico programmato per il debutto della sportcar a quattro posti sarà il Salone di Francoforte. Vuoi mettere avere il privilegio di essere uno dei pochi a poter rispondere in modo sorprendente all’antico quesito da bar «Ma quanto fa con un litro?».
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