Cibo, ogni anno lo spreco vale 13 miliardi

Il Rapporto 2015 Waste Watcher rifà i calcoli di quello che finisce nella spazzatura. Oltre metà dello spreco totale della filiera avviene nelle case

Ogni anno il cibo che viene buttato in Italia vale 13 miliardi di euro. Rifa i calcoli il Rapporto 2015 Waste Watcher, che grazie ai “diari di famiglia” ha scoperto come lo spreco reale sia ben superiore a quello percepito nelle nostre case di circa il 50%. «Lo spreco di cibo, dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato», spiega il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico-scientifico del Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti del ministero dell’Ambiente, in occasione della Giornata mondiale per il cibo di domani 16 ottobre.

IL TEST. Grazie alle annotazioni delle famiglie campioni (16 gruppi familiari intercettati dalla trasmissione di Radio2 Decanter e 30 gruppi multigenerazionali di famiglie di Bologna), è stata identificata e monitorata ogni singola dose di cibo buttata. «Con le ripetute indagini dell’Osservatorio Waste Watcher, di Last Minute Market /Swg, abbiamo recepito molte informazioni sullo spreco alimentare domestico in Italia, che ricordo rappresenta circa il 50% dello spreco generato nell’intera filiera agroalimentare».

GLI ALTRI DATI. Il rapporto ha analizzato anche i comportamenti degli italiani davanti al cibo: il 51% compila la lista della spesa per evitare di buttarlo via poi, il 46% pensa che lo spreco sia dovuto ai troppi acquisti. E soprattutto l’81% degli italiani si assicurano davvero che un cibo sia andato a male se ha superato la data di scadenza (consultata da 9 italiani su 10 al supermercato, la stessa percentuale di persone che considerano una pietanza nella spazzatura come un danno ambientale). Un consumatore su tre, infine, auspica la diffusione dell’abitudine della doggy bag al ristorante per gli avanzi.

IL QUADRO GENERALE. Il tema dello spreco alimentare però è molto importante in tutto il mondo, perché circa un terzo di tutto il cibo prodotto viene buttato (il 24% in calorie). Si può immaginare una montagna di cibo del valore di mille miliardi di dollari, ma secondo alcuni, considerando anche i costi “nascosti” (acqua, inquinamento, impatto ambientale), il vero valore di questa gigantesca pattumiera è di 2.600 miliardi. Del 32% di raccolto che va sprecato nel mondo, un quinto diventa inutilizzabile durante la raccolta e l’immagazzinaggio, l’11% nell’industria, il 13% nella distribuzione e il 22% dopo l’acquisto.

Guardando alle singole categorie, va sciupato il 30% dei cereali prodotti, il 45% della frutta e verdura, il 30% del pescato, il 20% della carne, il 45% di tuberi e radici, il 20% dei prodotti lattiero caseari. Riducendo della metà il totale dello spreco, si guadagnarebbe il 7,5% delle emissioni di gas metano globali. Complessivamente, circa il 56% dello spreco di cibo si verifica nei Paesi sviluppati (95-115 kg per abitante all’anno); il restante 44% nei Paesi in via di sviluppo (6-11 kg).

© Riproduzione riservata