Il cibo attira più turisti dell’arte. Boom delle vacanze enogastronomiche

I turisti che scelgono l’Italia per una vacanza all’insegna del buon cibo provengono soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Austria, Svizzera e Francia

La cucina made in Italy non fa furore solo all’estero. Oltre a trainare il settore dell’export, fa crescere anche il turismo verso il nostro Paese. Oggi, infatti, ad attirare i viaggiatori stranieri non è tanto il nostro proverbiale patrimonio artistico quanto i nostri manicaretti. La conferma arriva dall’Ente italiano per il turismo, che ha misurato la spesa per la cultura e quella per il cibo di chi viaggia in Italia e le ha messe a confronto, utilizzando vari indici, fra cui i dati della Banca d’Italia. Ebbene, dall’analisi emerge che la gastronomia italiana sta attirando un numero sempre maggiore di turisti, specialmente negli ultimi cinque anni. Se fino al 2012 le vacanze enogastronomiche in Italia generavano un indotto di 131 milioni di euro, nel 2017 la cifra è arrivata a 223 milioni. Non solo: sono anche i viaggi che stanno crescendo di più nel lungo periodo, superando la variazione positiva della spesa totale (+18,4% nel 2017 sul 2013).

I turisti spendono più per il cibo che per l’arte

Del resto, chi sceglie di visitare la Penisola per godersi le nostre specialità culinarie spende in media 150 euro al giorno, una cifra superiore sia a quella sborsata da chi punta su mare, laghi o sport sia a quella messa a budget da coloro che vengono nel Belpase per ammirare arte e cultura (la spesa media nelle città d’arte è di 128 euro). Anche dal punto di vista dei pernottamenti, la situazione è sempre più rosea. Nel 2017, gli stranieri hanno trascorso 1,5 milioni di notti in Italia per una vacanza enogastronomica, con una crescita del 50% sul 2013.Ma quali sono i Paesi che amano di più il cibo made in Italy? I turisti che scelgono il nostro Paese per trascorrere una vacanza all’insegna del buon cibo provengono soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Austria, Svizzera e Francia: queste cinque Nazioni coprono oltre la metà (il 55,2%) del totale. Ma anche gli italiani non disdegnano una vacanza enogastronomica nella Penisola. Secondo un’indagine di Unioncamere-Isnart, l’interesse per i prodotti tipici e l’agroalimentare del made in Italy muove un turista su quattro e di questi il 22,3% è italiano.“Tutti dati positivi che devono spingerci a fare di più, inserendo nella filiera sempre più i prodotti di eccellenza del territorio. L’altro sforzo che stiamo cercando di fare è cercare di spostare l’attenzione sui centri meno conosciuti del Paese” ha commentato Maria Elena Rossi, direttrice marketing e promozione di Enit.

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