Auto del futuro: la nuova sfida delle case automobilistiche

Oggi l’88% degli italiani si muove in macchina almeno una volta alla settimana. Siamo ancora dipendenti dalle quattro ruote, ma i paradigmi di consumo stanno cambiando

L’88% degli italiani utilizza l’auto personale – non aziendale – almeno una volta alla settimana. A cui si aggiunge un altro 4% che vi ricorre una-due volte al mese. In pratica la quasi totalità della popolazione è ancora dipendente dalle quattro ruote. È quanto evidenzia la società di ricerche Doxa, che annuncia la nascita di una divisione Mobility con l’obiettivo di passare al setaccio usi e costumi degli italiani in fatto di mobilità e capire come scelgono, come “vivono” e come cambiano i propri mezzi di trasporto. «L’auto (ma non solo) riveste un ruolo centrale nella vita di tutti noi» spiega Barbara Galli, Mobility Director di Doxa e a capo dell’Osservatorio On the Move avviato nei mesi scorsi e ora in grado di restituire una prima fotografia inedita sulla mobilità made in Italy. Anche in fatto di consumi. Perché l’obiettivo è misurare anche “la pancia” degli utenti, carpirne gli umori e, soprattutto, le aspettative. Si scopre così per esempio che oggi la mobilità ha un percepito dicotomico: sta per indipendenza, libertà e scoperta, da un lato; ma anche per caos, stress, inquinamento e, in definitiva, fatica dall’altro. «La buona notizia è che domani sarà un altro giorno» sorride Galli. E chiarisce: «La mobilità di domani è sostenibile, ecologica e condivisa».

Auto: la nuova sfida per le case automobilistiche

A cambiare saranno i paradigmi stessi di consumo. Con il passaggio (progressivo) dal possesso all’uso. Il fenomeno car sharing è però al momento prerogativa di poche grandi città. Milano, in primis. E ha ancora molto, moltissimo spazio di crescita. «Questo non significa che in futuro rinunceremo in toto all’acquisto di una auto, una bici o un qualsiasi altro mezzo di trasporto», specifica Galli. «Ne acquisteremo meno, questo sì. Ma quelli che acquisteremo avranno una valenza anche emotiva molto superiore a quella attuale». Sarà percepita addirittura come una stanza, la “nostra” stanza, all’interno del mondo che ci circonda. «Con tutto ciò che ne deriva in fatto di design, per esempio» suggerisce Galli. «Con auto “tutte vetri”, con interni realizzati in materiali naturali, con accessori capaci di coinvolgere i nostri sensi…». Una bella scommessa per le case automobilistiche, l’industria del design e diversi altri attori tra cui le stesse istituzioni. Senza naturalmente dimenticare gli automobilisti.

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