Arts&Food, quando il cibo è vera arte

Sulla scia di Expo 2015, la Triennale di Milano ripercorre la storia delle abitudini alimentari dell’uomo attraverso più di 2 mila capolavori di levatura mondiale

Il rischio c’era. Arts&Foods. Rituali dal 1851 poteva rivelarsi uno dei molti progetti espositivi incentrati sull’ormai inflazionato tema cibo + arte, che da qualche mese affollano ogni angolo d’Italia, complice l’euforico (ed effimero?) slancio propositivo generatosi sull’onda di Expo 2015. E invece, la grande mostra che ha preso corpo alla Triennale di Milano – primo padiglione dell’Esposizione universale inaugurato, nonché l’unico allestito nel cuore del brulicante centro cittadino – riesce nell’intento di restituire un gigantesco racconto (cronologico, geografico e tematico) in grado di narrare scientificamente gli usi, i costumi e le tradizioni che hanno accompagnato le abitudini alimentari dell’uomo a tutte le latitudini, dalla seconda metà del XIX secolo alla contemporaneità. La rassegna prende il via dal 1851, anno della prima Esposizione universale della storia, tenutasi a Londra, nel celeberrimo Crystal Palace. Dalla rivoluzione industriale, in seguito alla quale la produzione e la conservazione degli alimenti mutarono drasticamente, decretando l’evoluzione delle tradizioni connesse al suo consumo, al boom economico degli anni ‘60, teatro di rivoluzioni commerciali e sociali – tra cui la diffusione su larga scala di prodotti a lunga conservazione come il latte in polvere o la Coca- Cola, l’introduzione del concetto di brand o l’avvento di luoghi come i fast-food e i supermarket – il percorso narra l’evoluzione dell’uso, dei significati e dei valori attribuiti al cibo attraverso le società e le culture. Del resto, “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema di Expo 2015, così, lungo la mostra allestita dalla star della curatela Germano Celant, con allestimento di Italo Rota e progetto grafico di Irma Boom, l’alimentazione diviene pretesto e chiave di lettura per mettere in fila oltre 2 mila capolavori prodotti da artisti di levatura mondiale, il cui lavoro è indiscutibilmente parte integrante dell’immaginario collettivo contemporaneo.

ARTS&FOODS RACCONTA USI, COSTUMI E TRADIZIONI CHE CI ACCOMPAGNANO DALLA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO

L’universo conviviale delle classi sociali contadina, borghese o aristocratica è raccontato nelle tele di maestri impressionisti come Monet o Renoir; moltissimi sono gli artisti e le correnti che si sono misurate col tema della natura morta – dal simbolismo di Paul Gauguin all’iperrealismo di Sharon Core, passando per i cubisti Picasso e Braque, l’espressionismo tedesco di Ludwig Kirchner, e poi Giorgio De Chirico, Giorgio Morandi o James Ensor – mentre il consumismo e la massificazione degli alimenti sono celebrati dalla Pop Art di Andy Warhol, Claes Oldenburg, Mario Schifano o Tom Wesselmann. Da soggetto dell’opera a materia plastica e pittorica: è il cibo nelle sculture dell’Arte Povera, come l’igloo di pane di Mario Merz, o la grande installazione a parete con porzioni di caffè di Jannis Kounnellis. Nel mezzo, le suggestioni legate all’alimentazione nel lavoro di artisti della fotografia come Cindy Sherman, Robert Mapplethorpe o Sandy Skoglund, le consuetudini alimentari in tempo di guerra narrate nei ricettari d’epoca, i rituali cannibali, il design iconico di Issey Miyake o quello asettico di Joe Colombo, passando per gli arredi di bar e ristoranti ideati da Theo van Doesburg o Daniel Spoerri, sino a paradossi contemporanei del vivere moderno, come i disturbi alimentari legati all’obesità e alla sovra-alimentazione o la piaga sociale della fame nel mondo, raccontati negli scatti dei fotografi Kevin Carter, Jen Davis o Donald Mc Cullin.

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