Troppo lavoro? Ecco quando è consigliabile delegare

Non siete sicuri di portare a termine tutto quanto vi è stato assegnato? Il segreto è saper affidare qualcosa anche al proprio team o a un collaboratore. Quando? In tre casi…

Troppo lavoro! È forse arrivato il momento di delegare qualcosa a un collaboratore? O forse è meglio resistere e portare a termine tutto, anche perché nessun è in grado di svolgere il lavoro come sai farlo tu… Delegare o non delegare, quindi? Il quesito risuona nella mente di molti manager (ma non solo) sommersi dal lavoro e scadenze tassative. “Affidare un compito a qualcuno, il più delle volte, non significa non saper essere autonomi”, spiega Erika Perez, responsabile della divisione Hays Executive. “Significa avere la capacità di comprendere quali attività portare avanti individualmente e quali, invece, condividere con il proprio team, per dar la possibilità di stimolare la nascita di nuove idee e generare nuove competenze”. Affidare un compito a qualcuno, però, non è semplice, soprattutto se si è sviluppato un proprio modus operandi per svolgerlo. “Tuttavia”, continua Perez, “in un periodo di superlavoro, individuare la risorsa migliore a cui delegare un’attività diventa fondamentale. Il segreto sta nel fidarsi delle competenze altrui e mettere a disposizione il proprio tempo e know-how per formarle”.

La società specializzata nel recruitment di figure dirigenziali, ha individuato le situazioni in cui è preferibile affidare un incarico a un proprio dipendente o collaboratore. Si delega se:

1. L’attività può essere svolta in modo diverso dal tuoUna delle scuse più utilizzate per non delegare si riassume nel vecchio modo di dire “chi fa da sé, fa per tre”. E in alcune situazioni, l’asserzione può anche avere il suo fondo di verità, ma spesso, si trascura l’idea che approcci differenti allo svolgimento di un’attività non ne pregiudicano affatto la sua buona riuscita, anzi possono aiutare a risparmiare tempo velocizzando il flusso del lavoro.

2. La risorsa può apprendere nuove skillInsegnare richiede tempo e pazienza. Ci sono giorni in cui tra il susseguirsi di mail e le scadenze incombenti, riuscire a dedicarsi alla formazione di una figura più junior risulta davvero impossibile. Attenzione, però, a non rendere gli impegni una scusa per non dedicarsi all’insegnamento. Trasmettere il proprio know-how permette di far crescere professionalmente il proprio team e, una volta formato, di poter guadagnare del tempo per altre attività, anche extra-lavorative.

3. Il compito non rientra più nel proprio ruoloQuando si assume la responsabilità di un team bisogna esser capaci di trasmettere il proprio entusiasmo e le proprie competenze evitando, però, di sottoporre i colleghi a un eccessivo controllo e concedendo loro la possibilità di testare nuove procedure. Proporsi come una risorsa con esperienza alla quale rivolgersi in caso di dubbi o chiarimenti permette, infatti, di non abbandonare completamente quell’attività tanto amata.

Attenzione! Anche quando si delega, non si è esenti dalle responsabilità relative alla buona riuscita dell’attività. La parola d’ordine è “supervisione”, essenziale per monitorare l’avanzamento del lavoro, correggere eventuali anomalie e non ritardare le scadenze prestabilite.

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