Studenti italiani: avremo un lavoro soddisfacente. All’estero

Tre giovani su quattro confidano di trovare in cinque anni un impiego gratificante e attinente ai propri studi. Ma la maggior parte guarda oltreconfine, dove il mercato è giudicato più aperto e meritocratico

Il 91% degli studenti universitari italiani è convinto di trovare un lavoro nei prossimi cinque anni: è un quadro (sorprendentemente) ottimista quello che emerge dall’indagine dell’osservatorio L’Oreal Italia Gli studenti universitari guardano al mondo del lavoro – scelte e aspettative dei giovani italiani. Stando infatti ai dati raccolti da Eumetra Monterosa, non solo l’aspettativa di impiego è alta, ma anche soddisfacente: per il 76% degli intervistati il proprio lavoro sarà gratificante, nonché attinente con il proprio percorso di studi (75%) e socialmente utile (71%). Un idillio, dunque, che non sembra essere stato messo in discussione dalla recessione ancora imperante.

PIÙ INTERESSE AL LAVORO CHE AI SOLDI. “Per i nostri studenti, il contenuto del lavoro svolto è più importante rispetto alla remunerazione e alla possibilità di far carriera. E l’azienda deve essere etica e onesta, deve rispettare la diversità dei dipendenti, deve saper motivare e valorizzare le qualità di ogni singolo collaboratore, deve lavorare per obiettivi con flessibilità riguardo a orari e luoghi di lavoro”, aggiunge Cristina Scocchia, amministratore delegato di L’Oréal Italia. “Come imprese dobbiamo saper dialogare con una generazione matura, consapevole che le inclinazioni personali devono essere rispettate e coltivate, una generazione che ricerca aziende dove poter crescere senza sacrificare nulla della propria individualità”.

SI GUARDA ALL’ESTERO. L’unico effetto della recessione lo si può intravedere sulla destinazione lavorativa: la precarietà fa ancora molta paura tanto che solo il 28% aspira alla libera professione. La maggior parte, ossia uno studente su due, punta a entrare in un ufficio. Solo il 27% desidera un impiego pubblico. Ma il vero eldorado è all’estero: rispetto al 2014 cresce del 11% la percentuale di studenti che vuole provare un’esperienza di studio fuori dall’Italia e, soprattutto, ben l’85% degli studenti è convinto che oltreconfine ci siano più opportunità lavorative. Il mercato straniero è infatti percepito maggiormente aperto, flessibile e meritocratico di quello nazionale. Quanto invece alla qualità del percorso universitario, gli istituti italiani vengono promossi a pieni voti: tra i punti di forza dei nostri atenei spicca la preparazione teorica, giudicata eccellente (26%), seguita dalle competenze dei docenti (11%) e dalla varietà dei corsi di laurea (11%). Tra i punti invece da migliorare: il rafforzamento dei rapporti con le imprese, per preparare meglio i ragazzi al mercato del lavoro (20%).

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