Stress in azienda: la pesante accusa del 37,7% dei lavoratori italiani

Uno studio di Adp Research Institute ha domandato cosa i datori di lavoro stiano facendo per promuovere una migliore salute mentale sul luogo di lavoro. Ecco cos’hanno risposto i dipendenti

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Preservare il benessere mentale dei lavoratori non è solo consigliabile ai fini di una maggiore produttività in azienda, ma obbligatorio per i datori di lavoro. L’articolo 2087 del Codice Civile stabilisce chiaramente che le aziende hanno un chiaro obbligo nell’accertare e prevenire il verificarsi di situazioni nocive nell’ambiente di lavoro. Tuttavia, secondo il recente sondaggio People at Work 2023 dell’Adp Research Institute – condotto su oltre 32 mila lavoratori in 17 Paesi (2 mila lavoratori in Italia) – il 37,7% dei lavoratori italiani pensa che il proprio datore di lavoro non stia facendo nulla per promuovere una salute mentale positiva.

Stessa in azienda: cosa pensano i lavoratori italiani

Il 18% pensa che, invece, il datore di lavoro sia attivo soprattutto tramite il dialogo, favorendo una comunicazione continua e costante, l’11% dichiara come il proprio datore di lavoro favorisca dei giorni di ferie per il benessere personale (per esempio in molte multinazionali il giorno del compleanno corrisponde a un giorno di ferie regalato), sempre l’11% dichiara come nella propria azienda sia in vigore il diritto di disconnessione da mail e messaggi fuori dall’orario di lavoro, mentre secondo il 10,5%  vi sono vere e proprie pause stabilite per la gestione dello stress (esempio stanza zen, meditazione, palestra,…).

Ma queste misure sono sufficienti? Sembrerebbe di no, dato che il 17% degli intervistati afferma di sentirsi stressato giornalmente (21,8% donne, 12,8% uomini), il 9% almeno 4-6 volte a settimana (percentuali simili per uomini e donne), il 22% almeno 2-3 volte a settimana (stessa percentuale del 22% per entrambi i sessi), una volta al mese il 9,25% (8% per le donne e 10% per gli uomini).

Le cause dello stress da lavoro

Tra le cause di stress non solo il carico di lavoro ma anche l’insoddisfazione. Il 19,6% degli italiani afferma, infatti, di non sentirsi soddisfatto della propria posizione, quasi uno su cinque. Le cause principali sono tre: il 38% lamenta il fatto di avere avuto un aumento delle responsabilità che non è combaciato con un aumento di stipendio, il 34,3% non ha avuto l’avanzamento di carriera che aspettava, per il 30% il proprio lavoro non è più stimolante.

Cosa sta facendo il tuo datore di lavoro per promuovere una migliore salute mentale sul luogo di lavoro?
Da People at Work 2023

  • Attività di team building/bonding: 8,4%
  • Pause per la gestione dello stress (ad esempio: stanza zen, attività per il benessere, lezioni di mediazione, pausa pranzo): 10,5%
  • Giorni di ferie per il benessere: 11%
  • Fa il punto della situazione/comunica più con me: 18%
  • Programma di assistenza ai dipendenti: 10,4%
  • Cultura inclusiva: 9%
  • Consulenza speciale: 5,7%
  • Policy non discriminanti sul lavoro per i problemi di salute mentale: 9,8%
  • Diritto di disconnessione dai messaggi dopo l’orario di lavoro: 11%
  • Copertura assicurativa offerta dal datore di lavoro per la salute mentale: 7%
  • Settimana di quattro giorni lavorativi: 6,4%
  • Assistenza telefonica 24 ore su 24, 7 giorni su 7: 6,6%
  • Giorni senza riunioni: 9%
  • Il mio datore di lavoro non sta facendo nulla per promuovere una migliore salute mentale sul luogo di lavoro: 37,7%

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