Stipendi: il 65% degli italiani chiederà un aumento

Secondo un’indagine di Adp, retribuzioni in stallo e costo della vita in aumento spingeranno molti lavoratori a “battere cassa” con i propri datori di lavoro da qui a un anno

Mentre inflazione e caro vita gravano sulla vita quotidiana degli italiani, la situazione delle retribuzioni nel Paese è allo stallo. Secondo dati Ocse, che ha analizzato la dinamica degli stipendi medi nell’arco di trent’anni, dal 1990 al 2020, l’Italia è l’unico Paese europeo in cui le retribuzioni sono calate anziché aumentare con un -2,9%.

Gli italiani hanno grandi aspettative di ricevere un aumento di stipendio e sono pronti a spingere i propri datori di lavoro a ottenerlo, poiché il costo della vita è in notevole aumento. In base a un’indagine annuale condotta a livello internazionale da Adp – 33 mila persone coinvolte in 17 Paesi, di cui 2 mila in Italia – il 76% dei lavoratori a livello globale probabilmente chiederà un aumento di stipendio nell’arco di 12 mesi; in Italia puntano a chiederlo il 65% degli intervistati, il 68% degli uomini e il 62% delle donne.

Circa la metà dei lavoratori italiani (41%) prevede di ottenere realmente un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi (44% gli uomini e 38% le donne) e il 21% prevede una promozione (24% uomini contro il 17% delle donne) o un bonus (25%, gli uomini sono al 27% mentre le donne al 24%). Nell’indagine della società specializzata in human capital management, emerge chiaramente come anche in questa situazione le donne nutrano aspettative inferiori a quelle degli uomini.

Lavoro: la retribuzione è la parte più importante

Nel complesso, il 62% dei lavoratori italiani afferma che la retribuzione è il fattore più importante per loro in un lavoro. Il 23% ha dichiarato di non essere soddisfatto, per diversi motivi, della propria condizione lavorativa attuale (più le donne con un 24% che non gli uomini al 21%). Di questa fetta, il 36% lamenta di avere avuto un aumento del lavoro e delle responsabilità che non è però stato accompagnato da un aumento di salario (41% gli uomini e 30% le donne).

“Per le società la retribuzione è una questione urgente in questo momento ed è probabile che rimanga tale nel prossimo futuro, con un chiaro effetto a catena sul reclutamento e sulla fidelizzazione”, commenta Marisa Campagnoli, Hr Director Adp Italia. “Le aziende dovranno conciliare tale spinta per salari più alti con le proprie disponibilità finanziarie e con il soddisfacimento delle esigenze dei lavoratori su altri fronti, come dare loro la flessibilità che desiderano e che oramai è imprescindibile”.

Uno dei motivi per cui i lavoratori possono ritenere di meritare un aumento di stipendio è il numero di ore extra di lavoro non retribuito che molti di loro svolgono, ad esempio iniziando presto, rimanendo fino a tardi o lavorando durante le pause. In media, i lavoratori italiani lavorano ogni settimana 6,1 ore aggiuntive di straordinario non retribuito (6,3 gli uomini contro 5,7 delle donne). Nel periodo pre-Covid (sondaggio realizzato da ADP nell’ottobre 2019) le ore settimanali non pagate erano “solo” 4 ore.

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