Retribuzioni: in Italia aumenteranno in media del 2,1% nel 2021

Trend in linea con gli altri Paesi dell’Europa occidentale, dove la maggior parte delle società prevede aumenti salariali più alti rispetto al 2020. I maggiori aumenti nei Paesi Bassi e Germania

Torna a diffondersi una cauto ottimismo sul fronte delle retribuzioni. Secondo l’ultima edizione del Salary Budget Planning Report di Willis Towers Watson, quest’anno in Italia gli aumenti salariali si attesteranno intorno al 2,1%, leggermente più di Paesi come Francia e Spagna (ferme al 2%) e di poco inferiori a Paesi Bassi (2,5%), Germania e Regno Unito (2,4%), che registrano gli aumenti più elevati. Va detto, però, che il valore emerso per l’Italia– condotta attraverso 18 mila risposte in 130 Paesi nel mondo – è inferiore sia all’incremento effettivamente registrato nel 2020 (pari al 2,4%) sia alle precedenti stime per l’anno in corso (2,5%) e meglio riflette l’impatto del Covid-19 sui budget delle aziende.

Aumenti salariali: settori più ottimisti (e più pessimisti)

Diversi settori sono stati avvantaggiati durante la pandemia, e questo si riflette negli aumenti salariali previsti per il 2021, ma alcuni si aspettano di impiegare più tempo per recuperare rispetto ad altri. Il settore più pessimista in Italia è l’automotive, che offre solo una media dell’1,7% di aumenti salariali nel 2021, seguito dalla chimica, dal largo consumo e dal retail (1,9%) e dal resto dell’industria (2%). Questo in contrasto con i settori che si rivelano invece più ottimisti sulle prospettive del 2021, tra cui i media (2,5%), farmaceutico (2,4%), hi tech ed energia e utility (2,2%). In linea col dato medio invece il settore dei servizi finanziari (2,1%).

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