Mattarella: «Creare lavoro è un impegno costituzionale vivo e attuale»

Nel suo tradizionale discorso del 1 maggio ai Cavalieri del Lavoro, il presidente della Repubblica ha anche ricordato l’emergenza in materia di occupazione giovanile: «Un Paese che non riesce a includere i giovani è un paese fermo»

L’occupazione e i giovani: sono questi i due temi caldi al centro del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, formulato in occasione della tradizionale cerimonia dei Cavalieri del Lavoro del 1° maggio. «Sul lavoro è fondata la nostra Repubblica. Creare lavoro è un impegno costituzionale vivo e attuale», ricorda il capo dello Stato. Pur riconoscendo i segnali positivi registrati nel 2015 e nel 2016 dalla nostra economia, il presidente sprona a «non accontentarci di numeri ancora limitati rispetto alla dimensione del problema. Abbiamo un cammino lungo e impegnativo davanti a noi, e non ci sono ricette facili, non c’è un provvedimento di per sé risolutivo della complessità dei problemi». In materia di fiscalità e previdenza, preferisce invece fare un passo indietro senza entrare nello specifico delle misure governative adottate: «Non è mio compito entrare nel merito degli opportuni aggiustamenti al sistema previdenziale e fiscale: mi limito ad osservare che tutto va orientato alla ripresa dell’occupazione», spiega.

SUI GIOVANI. «L’occupazione dei giovani è più bassa della media europea, segni di difetti specifici e strutturali del nostro sistema: ne sono una conseguenza anche dati congiunturali che segnalano benefici occupazionali per i cinquantenni – il che è positivo – ma non per i venticinquenni. Un Paese che non riesce a includere i giovani è un paese fermo. Un Paese che esclude i giovani, o li inserisce nel mondo del lavoro in modo precario, si condanna da solo». La conseguenza è la fuga di cervelli: un’emorragia sempre più diffusa nel nostro Paese. «In questo scambio di umanità e di intelligenze, l’Italia non deve impoverirsi. Dare e ricevere, andare e tornare, aprire le nostre università, le nostre imprese, le nostre istituzioni per attrarre talenti mentre i nostri giovani studiano e lavorano in altri Paesi con successo: questo è il tessuto connettivo dell’Europa che vogliamo».

LE DONNE. Il Presidente affronta inoltre il problema dell’occupazione femminile: «Non è vero che il lavoro delle donne va a scapito della famiglia. È vero il contrario, senza il lavoro delle donne non si formano le famiglie di giovani…»

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