Prendi i soldi e cresci

In tutta Italia sono decine le iniziative di banche, enti locali, associazioni e (perfino) sindacati che garantiscono finanziamenti agevolati o a fondo perduto alle imprese. Ti servono fondi? Ecco dove andare

Stavolta si fa sul serio. Dieci miliardi di euro messi a disposizione delle piccole e medie imprese da parte di Banca Intesa. Ma non sono gli unici. Proprio quando le regole di “Basilea 3” rischiano di tagliare le gambe alle aziende di minori dimensioni, inizia una rincorsa tra pubblico e privato a chi offre più soldi a chi vuole investire. Oltre alla banca guidata da Corrado Passera alla “gara” è iscritto anche Banco popolare e il gruppo assicurativo Sace che destinano 200 milioni all’internazionalizzazione. Poi, naturalmente, c’è il governo, che rilancia con 300 milioni per le Pmi esportatrici attraverso Simest. E ancora: Fondimpresa, che investe 170 milioni di euro nei corsi di formazione e Unicredit, con 550 milioni di euro per leasing a tassi agevolati. Le parole d’ordine di gran parte di questi fondi sono quattro: formazione, internazionalizzazione, ricerca e crescita dimensionale (che rappresentano le destinazioni d’uso per i quali i fondi vengono concessi), ma non mancano finanziamenti per far fronte ai problemi di ogni giorno. Qualche esempio? I fornitori del Comune di Castenaso (Bologna) possono dormire sonni tranquilli. Il sindaco è in ritardo con i pagamenti, ma le banche del territorio anticipano le sue fatture con un fondo speciale. L’Ordine degli avvocati di Bari pensa invece ai professionisti in difficoltà e si è alleato con Finindustria e la Cassa Rurale ed Artigiana di Castellana Grotte nell’erogare mutui senza garanzie ipotecarie fino a 50 mila euro.

Loro ci mettono i soldi, tu ce l’hai lidea giusta?

L’offerta è ricca ma talmente spezzettata e poco trasparente che è alto il rischio che questi fondi, come i miliardi di euro dei finanziamenti europei, restino inutilizzati. Per semplificare i meccanismi di assegnazione, il ministero dello Sviluppo economico ha adottato un criterio shock nel distribuire i miliardi di euro per le imprese del Meridione (conservati in un fondo apposito presso la presidenza del Consiglio): l’ordine cronologico di presentazione delle domande on line (www.sviluppoeconomico.gov.it). Uno sforzo per semplificare la valutazione l’ha fatto anche Confindustria che offre sul suo sito un programma per l’auto-analisi delle aziende attraverso un questionario che copre, in circa 20 domande, gli aspetti quantitativi e qualitativi del business ed è alla base dell’accordo con Banca Intesa. Spiega Vincenzo Boccia, presidente di Piccola Industria (Confindustria): «In questo modello, accanto a dati economici e finanziari vengono chieste informazioni che servono a definire le specificità di un’azienda, aiutandola a individuare non solo i punti di debolezza ma anche e soprattutto i punti di forza. Il passaggio successivo è conoscere il proprio merito di credito, grazie a uno strumento di simulazione disponibile nelle filiali di Banca Intesa che l’anno scorso ha firmato 92 convenzioni con le singole associazioni territoriali. Bisogna proseguire in questa direzione. Noi speriamo che un simile accordo non resti isolato, ma possa fare da esempio per altre iniziative a vantaggio delle piccole e medie imprese».Ecco le più interessanti già in campo.

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