Poca fiducia e paura: così il 58% delle donne non ha mai chiesto un aumento

I risultati di un’indagine internazionale realizzata da Indeed: nel nostro Paese il 63% delle lavoratrici intervistate ritiene di essere sottopagata, ma solo il 38% ha chiesto un adeguamento di stipendio nel corso della sua carriera

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Gender Pay gap e difficoltà a vedersi riconosciuto un giusto compenso sono ancora un problema importante per le lavoratrici, anche in Italia. È quanto emerge da uno studio realizzato da Indeed, che ha coinvolto 14.500 donne in 11 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia.

Una retribuzione adeguata al proprio ruolo è una questione che rimane centrale per la maggior parte delle donne nel mondo (82%). Il 57% delle lavoratrici a livello globale e il 70% in Italia ritiene che ci sia un divario salariale di genere significativo nel proprio Paese e riuscire a colmarlo è percepito come un traguardo ancora lontano per una lavoratrice italiana su due. Un percorso che ci si aspetta si compirà nell’arco dei prossimi 50 anni.

Più della metà delle donne intervistate ritiene che il proprio stipendio (56%) e il proprio pacchetto di benefit (57%) non siano adeguati al lavoro svolto. Proporzioni che crescono significativamente in Italia, dove il 63% delle lavoratrici intervistate ritiene di essere sottopagata. Ciò nonostante, solo il 38% delle donne italiane ha chiesto nell’arco della propria carriera un aumento di stipendio, a fronte di una media globale del 43%. Gli unici Paesi a registrare percentuali inferiori sono Giappone (13%) e Singapore (32%).

La mancanza di fiducia in sé stesse (14%) o la mancanza di informazioni su quale sia lo stipendio adeguato al proprio ruolo (13%) non sono gli aspetti che hanno maggiormente frenato le donne italiane. Quasi il 20%, infatti, indica di non averla nemmeno considerata come un’opzione percorribile, mentre il 31% non ha avanzato pretese per timore di conseguenze negative. Ma chiedere, alla fine, funziona? Il 22% delle lavoratrici che ha chiesto un aumento lo ha ottenuto. Il 44% si è vista accordare una cifra inferiore alle proprie richieste, mentre una donna su tre non ha ottenuto alcun incremento salariale.

“Sono convinta che la trasparenza salariale giocherà un ruolo fondamentale per superare barriere che, ancora oggi, limitano fortemente la realizzazione professionale femminile”, afferma Marina Fantini, Senior Marketing Manager di Indeed. “A fianco delle normative, sarà importante anche che i datori di lavoro si impegnino per creare degli ambienti professionali inclusivi, capaci di far emergere i talenti, superando pregiudizi inconsci. Valorizzare la diversità, inclusa quella di genere, non è solo una questione di giustizia ed equità, ma è un imperativo strategico. Sono ormai all’ordine del giorno gli studi che evidenziano come le aziende che possono contare su una forza lavoro più bilanciata tra uomini e donne ottengano performance economiche migliori di quelle meno equilibrate.”

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