Per le Camere di commercio mille lavoratori in meno

Il taglio del personale sarebbe contemplato nell’ambito della riforma prevista dalla delega Madia. Immediata la protesta dei sindacati

Sebbene si tratti ancora di una ipotesi, i sindacati sono già sul piede di guerra: il decreto attuativo della delega Madia che sarà discusso, insieme ad altri dieci provvedimenti sulla riforma della Pubblica Amministrazione, il 16 gennaio dal Cdm, prevedrebbe un taglio dell’organico del 15% nelle Camere di Commercio. Tradotto in cifre: circa mille lavoratori in meno. Più nello specifico, la misura governativa al vaglio del governo farebbe scendere dalle attuali 105 a un massimo di 60 il numero di Camere presenti sul territorio italiano, attraverso l’accorpamento di alcune realtà e la conseguente nascita di nuove Camere. A sua volta ciascuna Camera non potrà avere meno di 75 mila aziende, per garantire una copertura omogenea regionale, e dovrà provvedere all’eliminazione degli uffici doppione. Per quanto riguarda invece gli incarichi, a parte i collegi dei revisori il resto saranno tutti gratuiti e i membri dei consigli potranno essere al massimo 27. Stando a quanto anticipato dall’agenzia Ansa, lo stesso personale dovrebbe rispettare dei tetti e quindi si potrebbe procedere sia ad accorpamenti, sia a eliminazione degli uffici doppioni. Possibile anche l’alleggerimento delle divisioni ausiliari che si occupano di funzioni trasversali o di supporto come la gestione del personale, la ragioneria, gli affari generali. Da qui, dunque, il taglio del 15% dell’organico che potrebbe addirittura salire al 25% nel caso degli addetti alle attività strumentali nelle nuove Camere.

LE REAZIONI. Immediata la protesta dei sindacati che chiedono al governo di modificare la riforma. «L’ipotesi di un taglio del personale delle Camere di commercio del 15%, ovvero circa mille lavoratrici e lavoratori, è inaccettabile. Si rischia per questa via l’ennesimo attacco al lavoro pubblico, tra una pesante riduzione delle risorse derivante dal taglio del diritto annuale e, come apprendiamo, una sforbiciata rilevante del personale impiegato», affermano all’unisono la Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

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