Pensioni: poca fiducia per due europei su tre. Italiani i più pessimisti

La maggior parte dei lavoratori ritiene che l’assegno previdenziale non sarà sufficiente per mantenere il tenore di vita prepensionamento. L’analisi europea di Alight Solutions

La pensione? Più di un lavoratore su quattro in Europa (il 27%) teme di non riceverla al termine della sua carriera, mentre quasi due terzi ritengono che l’assegno previdenziale non sarà sufficiente a mantenere il tenore di vita prepensionamento. La scarsa fiducia nel sistema prevideniziale viene tratteggiata dal Retirement Perception Index di Alight Solutions, studio condotto su 2.400 dipendenti di aziende di diversi settori del Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi.

L’indice, realizzato in collaborazione con l’Università di Granada mette in luce le percezioni sulla pensione nei diversi Paesi europei e si concentra sulla fiducia dei lavoratori nei confronti dei sistemi pensionistici statali, oltre che sul loro interesse verso piani di finanziamento privati e complementari. Si tratta di un tema che sta assumendo crescente rilevanza, a causa del generale invecchiamento della popolazione: secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 gli anziani di età superiore ai 60 anni rappresenteranno il 35% della popolazione europea.

Pensione: italiani poco fiduciosi, olandesi i più ottimisti

Tutti i lavoratori vorrebbero accertarsi che i fondi destinati alla loro pensione siano pronti al termine della loro carriera, ma in pochi credono che ciò si realizzerà. La mancanza di fiducia nel ricevere le pensioni statali vede in prima posizione l’Italia con il 38%, seguita dalla Germania con il 32%, dalla Spagna con il 30%, dal Regno Unito con il 25% ed infine dalla Francia con il 24%. Al contrario, i dipendenti in Olanda mostrano una maggiore fiducia, dovuta anche al fatto di avere una conoscenza più approfondita dei loro sistemi pensionistici.

Tuttavia, la ricerca ha rilevato che i livelli di fiducia variano nei vari Paesi a seconda della generazione e del sesso. I Boomer, ossia coloro nati tra il 1946 e il 1964, hanno un livello alto di fiducia verso i sistemi pensionistici nazionali dovuta probabilmente alla maggiore vicinanza all’effettiva data di pensionamento. Invece, la Generazione Z, ossia i nati dopo il 1996, si confronta con un’incertezza di gran lunga maggiore rispetto alle generazioni che li hanno preceduti, che contribuisce a spiegare il minore livello di fiducia.

Pensioni: i lavoratori chiedono più assistenza

I lavoratori europei si rivolgono al proprio datore di lavoro per ottenere assistenza e supporto in materia di pensioni. Più della metà di essi è consapevole di dover versare contributi aggiuntivi, ma per diverse ragioni non può permetterseli o non sa dove investirli. Il 52% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe interessato a lavorare per aziende in grado di offrire loro una consulenza professionale su come gestire meglio i propri piani pensionistici. 

I dipendenti del Regno Unito risultano, i più interessati ai contributi pensionistici forniti dal datore di lavoro e alla consulenza sulla gestione dei risparmi per la pensione. Ciò non sorprende se si considera che il 47% degli intervistati riceve già contributi pensionistici integrativi dalla propria azienda. Al contrario, la Spagna presenta il valore più basso per questo indicatore.

La situazione delle pensioni in Italia

In Italia, sulla base del campione analizzato, quasi il 70% degli intervistati ha meno di vent’anni di esperienza, in particolare il 44% appartiene alla Generazione Y, mentre la parte più numerosa è composta da membri della Generazione X.

Per quanto riguarda le pensioni, meno del 40% degli italiani intervistati ripone molta fiducia nella possibilità di ricevere una pensione al termine della carriera lavorativa; il 25,5% ripone una fiducia molto bassa nella possibilità di ricevere un importo che gli permetterà di mantenere il proprio tenore di vita, dovuto probabilmente al fatto che il 68% degli italiani intervistati percepisce una retribuzione inferiore ai 30 mila euro (35% tra i 20 e i 30 mila euro, mentre il 33% sotto i 20 mila).

L’attenzione ai contributi è elevata, in particolare il 64,5% degli intervistati mostra un interesse alto o molto alto a lavorare in aziende che versino, oltre al compenso, contributi integrativi in un piano pensionistico a conferma di quanto le aziende dovrebbero iniziare a scegliere politiche retributive che attribuiscano maggiore importanza ai piani pensionistici.

Infine, la mancanza di informazioni riguardo le pensioni da parte delle aziende è un elemento che infonde insicurezza e contribuisce ad alimentare la sfiducia nei confronti del sistema pensionistico. In particolare, il 25,8% afferma di conoscere poco o molto poco il funzionamento del sistema pensionistico italiano e il 55% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe interessato a lavorare per aziende che offrono consulenza professionale sulla modalità in cui gestire i propri piani pensionistici.

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