La riforma del mercato del lavoro sarà affrontata di petto, senza tabù, a cominciare dall’articolo 18. Questo il premier Mario Monti l’aveva dichiarato più volte, ma nella serata di mercoledì 1 febbraio il presidente del Consiglio è intervenuto su Canale 5 per spiegare quanto il governo si appresta ad attuare, prima in diretta al Tg5, poi a Matrix. L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori “non è un tabù”, in questi anni la norma ha determinato “un terribile apartheid nel mercato del lavoro tra chi è già dentro e chi, giovane, fa fatica ad entrare”. Certo, una riforma del lavoro darebbe meno garanzie ai lavoratori, ma i giovani, spiega il premier, devono “abituarsi all’idea di non avere più il posto fisso a vita: che monotonia. È bello cambiare e accettare delle sfide”. L’idea, ribadisce Monti, è “tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato, tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo del mercato del lavoro e non riesce a entrarci. L’Italia – aggiunge – dispone di capitale pubblic, ma dispone di grande capitale umano che non sempre è stato valorizzato”.La riforma del lavoro sarà quindi attuata “in tempi brevi” (inizia oggi il confronto tra governo, sindacati e imprese). L’intenzione è chiudere in una sessantina di giorni per dare una svolta al Paese e far ripartire la crescita”.
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