Rivoluzionari? Macché, i Millennials sognano il posto fisso e full time

I giovani italiani sono convinti che il mercato del lavoro migliorerà e che spinta alla modernità e stabilità possano coesistere

Nonostante tutto rimangono positivi e non perdono l’ottimismo tipico della loro età. A dispetto della sfavorevole situazione economica e politica italiana, infatti, i millennials del nostro Paese sperano ancora nel futuro. A dirlo i dati di una ricerca condotta da CornerJob, l’app per il mobile recruitment, su 1,2 milioni di utenti attivi di età compresa tra i 18 e i 35 anni per indagare il loro rapporto con la carriera professionale, da cui emerge che il 74% dei giovani è convinto che il mercato del lavoro migliorerà. Ma non nel modo in cui ci si aspetterebbe da loro. I nostri ragazzi, infatti, per certi versi auspicano un ritorno al passato: pur tenendo in grande considerazione valori come work-life balance, flessibilità e smart working, cercano soprattutto un contratto full-time e, possibilmente, stabile. Ben il 63% di loro, infatti, mette il famoso “posto fisso” in cima alla scala delle priorità e il 52% anela a una stabilità economica. Non deve stupire, dunque, che per il 72% dei partecipanti uno dei desideri principali sia quello di voler restare nella stessa azienda per più di cinque anni. Una carriera nell’ambito del job hopping (ossia cambiare lavoro più o meno ogni sei mesi) attrae solo il 14% del campione.

Nei Millennials convivono due anime diverse

Ma com’è possibile che una generazione rivoluzionaria e pronta al cambiamento, cresciuta a pane, gig Economy (il modello economico basato sul lavoro indipendente, libero e temporaneo) e job hopping, in realtà sia così tradizionalista? Secondo gli esperti, l’aver vissuto direttamente e personalmente la crisi degli ultimi dieci anni ha portato i millennials a rendersi conto di quanto sia importante inserire carriera e progetti lavorativi all’interno di un quadro socioeconomico stabile, anche a costo di rivedere i propri sogni e aspirazioni iniziali. Del resto, nessuno prima di loro è stato così allenato ad adattarsi ed evolvere continuamente: non deve stupire, dunque, che i giovani oggi abbiano compreso l’importanza di recuperare alcuni valori chiave del passato, pur rileggendoli in chiave contemporanea. Fra l’altro, questo non significa che abbiano rinunciati agli impulsi rivoluzionari della cultura digitale iper-connessa, in continuo movimento e “always-on”. Semplicemente che hanno imparato a far convivere le due facce della stessa medaglia. Lo dimostra il fatto, per esempio, che per gli intervistati sarà la tecnologia a restituire umanità alla ricerca di un’occupazione e che per il 77% del campione la ricerca di un lavoro parte da un dispositivo mobile. Non solo. Sebbene gran parte dei giovani aspiri al posto fisso, questo non è inteso come in passato: l’85% dei partecipanti ambisce a un ambiente di lavoro fertile e stimolante a condizioni retributive vantaggiose e pensa che le soft skills contino quanto le competenze tecniche.

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