L’Italia, le donne e una mentalità che fatica a cambiare

Nel nostro Paese al gentil sesso ancora si attribuisce l’esclusiva su gestione della casa, dei consumi e dei i figli, con lavoro e carriera considerate invece esclusiva maschile. Il pensiero degli Italiani sulla parità di genere nel rapporto Manageritalia

Schemi mentali che, nonostante la realtà dei fatti ormai diversa, risultano difficili da cambiare. Sono per gli italiani quelli relativi ai ruoli e ai compiti delle donne. Secondo il rapporto sulla donna che Manageritalia ha predisposto anche quest’anno in vista dell’8 marzo, in Italia la mentalità degli italiani in fatto di donne è peggio della realtà quotidiana.

Nel nostro Paese alle donne viene infatti, ancora, attribuita l’esclusiva su gestione della casa, dei consumi e acquisti e i rapporti con i figli. Mentre sono ancora piuttosto esclusiva maschile reddito, lavoro e carriera. A fornire il quadro una recentissima (fine 2012) indagine di AstraRicerche per Camomilla Italia. Appannaggio esclusivo della donna è, a detta degli italiani intervistati, la gestione della casa (77%), ancor più per i giovani (88,3%) e a livello territoriale per il Centro Sud (84%) . L’aspetto più singolare è che sono in misura percentuale maggiore proprio le donne a vedersi regine della casa (87% contro 67% degli uomini). Anche per consumi e acquisti prevale l’esclusività della donna (55,9%), ancor più per i giovanissimi tra 18 e 24 anni (74%) e per le stesse donne (61%) rispetto agli uomini (51%). Anche l’esclusività nel rapporto con i figli (50,1%) è più femminile (57%) che maschile (44%). Per quanto riguarda le esclusività del sesso opposto, che non superano il 50%, ma sono prossime, abbiamo i redditi/guadagni (45,4%), più a detta delle stesse donne (47%) che degli uomini (44%) e il lavoro/carriera (36,5%, 36% uomo e 37% donna).

«Il nostro rapporto donna 2013 – dice Marisa Montegiove, coordinatrice Gruppo Donne Manager di Manageritalia – contiene tante altre interessanti e spesso preoccupanti schegge di una realtà immobile e incapace, spesso più nella testa delle persone che nella vita di tutti i giorni, di cogliere e soprattutto favorire una parità che la società comincia a proporci e imporci. Le stesse donne, si mostrano in alcuni casi più arretrate degli uomini e incapaci di guardare al “bicchiere mezzo vuoto”. Non v’è comunque dubbio che la crisi attuale sta innescando profondi cambiamenti che porteranno nel giro di pochi anni una fortissima evoluzione nei costumi e nei comportamenti quotidiani e a seguire nella mentalità e nel vissuto degli italiani. Certo, molto meglio sarebbe se quest’evoluzione non fosse tanto trainata dagli eventi, ma piuttosto spinta e incoraggiata dal sentire comune. Solo così possiamo cavalcare il cambiamento e non subirlo e farci male. Ma possiamo ancora farcela basta volerlo».

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