Lavoro, riforma nel 2012? Deciderà il Parlamento; la proposta del governo

Nessun’intesa nell’ultimo vertice tra esecutivo e Parti sociali, si procederà con una legge delega alle Camere ma in caso di tempi lunghi non è escluso un decreto legge. Dall’articolo 18 ai nuovi contratti, tutte le novità della riforma

L’accordo non c’è, almeno per il momento. Dall’ultimo vertice tra governo e Parti sociali (rappresentanti sindacali e imprese) non si sono fatti molti passi in avanti. Per questo l’ultima proposta del governo è quella di procedere presentando la riforma alle Camere attraverso una legge delega. “A verbale intesa e dissensi, poi deciderà il Parlamento”, ha dichiarato il presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa di Palazzo Chigi. Camera e Senato affronteranno così punto per punto i nodi della riforma per arrivare a un’intesa bipartisan; i tempi non saranno lunghissimi anche perché il governo, in caso di stallo, potrebbe sfruttare ‘l’arma’ del decreto legge, chiedere la fiducia alle Camere e togliere così ai partiti l’onere della riforma (di fronte alla fiducia i partiti dovrebbe scegliere tra appoggiare il governo tecnico o portare il Paese a elezioni anticipate). Ma qual è il piano del governo? Gli intereventi principali prevedono contratti a tempo determinato fino a 36 mesi, poi l’assunzione; reintegro per i licenziamenti discriminatori, anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Per i licenziamenti economici, invece, indennizzi da 15 a 27 mensilità e per i disciplinari deciderà il giudice tra indennizzo e reintegro. In dettaglio la proposta del governo punto per punto:

CONTRATTI: il contratto a tempo indeterminato sarà “dominante”, ha spiegato il ministro Elsa Fornero, con il rafforzamento dell’apprendistato per l’ingresso nel mercato del Lavoro.STRETTA CONTRATTI TERMINE: saranno penalizzati i contratti a termine (a esclusione di quelli stagionali o sostitutivi) con un contributo aggiuntivo dell’1,4% da versare per il finanziamento del nuovo sussidio di disoccupazione (oltre all’1,3% attuale). Per i contratti a termine non saranno possibili proroghe oltre i 36 mesi.NO STAGE GRATIS SE GIÀ FORMATI: dopo la laurea o dopo un master – ha spiegato Fornero – si va in azienda ma non con uno stage gratuito, magari sarà una collaborazione, magari un lavoro a tempo determinato ma è un lavoro e l’azienda lo deve pagare.NORMA CONTRO DIMISSIONI IN BIANCO: nella riforma del mercato del lavoro c’è la norma contro le dimissioni in bianco, strumento spesso utilizzato a discapito delle lavoratrici.

AMMORTIZZATORI: il nuovo sistema andrà a regime nel 2017, ma se il nuovo sussidio di disoccupazione entrerà in vigore da subito, l’indennità di mobilità (che vale oggi per i licenziamenti collettivi e può durare fino a 48 mesi per gli over 50 del Sud) sarà eliminata definitivamente solo nel 2017. Per il nuovo sistema sono previste risorse aggiuntive per 1,7-1,8 miliardi. ASPI: l’assicurazione sociale per l’impiego sarà universale, sostituirà l’attuale indennità di disoccupazione. Durerà 12 mesi (18 per gli over 55) e dovrebbe valere il 75% della retribuzione lorda fino a 1.150 euro, e il 25% per la quota superiore a questa cifra, con un tetto di 1.119 euro lordi per il sussidio. Si riduce dopo i primi sei mesi. Sarà quindi più alta dell’indennità attuale che al suo massimo raggiunge il 60% della retribuzione lorda (e dura 8 mesi, 12 per gli over 50).CASSA INTEGRAZIONE: si mantiene per la cassa ordinaria e la straordinaria con i contributi attuali, ma viene esclusa la causale di chiusura dell’attività (resta possibile solo quando è previsto il rientro in azienda) Focus: guida alla cassa integrazioneFONDO SOLIDARIETÀ PER LAVORATORI ANZIANI: sarà pagato dalle aziende e dovrebbe fornire un sussidio al lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro a pochi anni dalla pensione. Sarà su base assicurativa. È stato chiesto dai sindacati per fronteggiare l’eliminazione della mobilità.

ARTICOLO 18: Il governo ha annunciato la diversificazione delle tutele sui licenziamenti con il reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamenti discriminatori e il solo indennizzo (fino a 27 mensilità di retribuzione) nei licenziamenti per motivi economici (giustificato motivo oggettivo) considerati dal giudice illegittimi. Nel caso di licenziamento cosiddetto disciplinare (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) considerato dal giudice ingiustificato sarà possibile per il magistrato decidere tra il reintegro e l’indennizzo economico con il pagamento al lavoratore ingiustamente licenziato tra le 15 e le 27 mensilità.

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