Lavoro: licenziamenti veloci nella P.a. per gli assenteisti

Approvati i tre decreti legislativi di attuazione della riforma Madia, che prevede anche i licenziamenti disciplinari nel pubblico impiego

“Chi viene beccato a timbrare il cartellino e ad andarsene vede finalmente finita la pacchia”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non poteva spiegare meglio l’azione del Consiglio dei ministri che ha appena approvato i tre decreti legislativi di attuazione della riforma Madia sulla Pubblica amministrazione: quello sulla conferenza dei servizi, sulla Scia e quello sui licenziamenti disciplinari.

A poche ore dal nuovo scandalo riguardante alcuni “furbetti del cartellino” nella Asl di Caserta – che timbravano l’ingresso al lavoro per poi darsi allo shopping o ad altre attività extra-lavorative – lo Stato avvia la sua guerra contro gli assenteisti: chi sarà sorpreso a imbrogliare sull’ingresso in ufficio sarà sospeso per 48 ore, senza stipendio, e nei suoi confronti sarà avviato un processo disciplinare che potrebbe portare anche al licenziamento entro un mese. Anche per il dirigente che fa buon viso a cattivo gioco è previsto il licenziamento dopo il procedimento disciplinare.

Come cambia il pubblico impiego (dal Corriere della Sera di giovedì 16 giugno 2016)

Assenteisti – Cambiano le regole per i dipendenti pubblici che vengono colti in flagrante a timbrare il cartellino e poi non entrano in ufficio. Verranno sospesi dal servizio e dallo stipendio entro 48 ore. Il Il procedimento disciplinare, che può portare al licenziamento, si dovrà concludere entro 30 giorni contro i 120 previsti oggi. Al dipendente licenziato, la Corte dei conti potrà chiedere anche i danni d’immagine, pari ad almeno sei stipendi.

Dirigenti – Per il dirigente che non segnala i dipendenti colti in flagrante a imbrogliare sulle presenze scatta un procedimento disciplinare che può portare al licenziamento. Rispetto alla prima versione del decreto, invece, la mancata segnalazione non comporta più l’omissione d’atti d’ufficio, reato punito con la reclusione fino a due anni. Sarebbe stato un eccesso di delega perché la legge che regge il decreto prevede solo la modifica del procedimento disciplinare e non nuovi reati.

Conferenza servizi – Viene semplificata e accelerata la conferenza dei servizi, che serve a prendere le decisioni alle quali partecipano diversi uffici pubblici. Ci sarà una durata massima, fissata in cinque mesi. Che scende a 45 giorni per i procedimenti più semplici, con la possibilità di svolgere le riunioni anche in videoconferenza. Oggi in alcuni casi si arriva anche a otto anni. Le amministrazioni dello Stato parteciperanno con un rappresentante unico. Non più uno per ogni ministero.

Nuove attività – Viene semplificata anche la Scia, la segnalazione certificata di inizio attività. È il documento che deve essere presentato per aprire una nuova attività economica e che riguarda in particolare il settore dell’edilizia. Gli uffici non potranno chiedere ulteriori documenti rispetto a quelli già previsti nei modelli standard già definiti. Sarà un solo ufficio a gestire la pratica in tutti i suoi passaggi, anche se la procedura coinvolge più amministrazioni.

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