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Lavoro

Lavoro, governo pronto a riformare da solo

Al termine dell’incontro esecutivo-Parti sociali Confindustria spinge per una maggiore flessibilità, i sindacati sottolineano: “Il problema non sono i licenziamenti”. Fornero: “Faremo la riforma con o senza accordo”

Il faccia a faccia tra governo e Parti sociali si è concluso senza spaccature, gli obiettivi – ovvero riformare un mercato del lavoro vicino allo stallo – sono condivisi. Il dialogo continuerà nei prossimi incontri e avranno l’obiettivo di “definire – ha spiegato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero – un insieme di strumenti che dovranno essere attivati, o disattivati, per raggiungere gli obiettivi” della riforma del lavoro. Il ministro, che nel corso dell’incontro avrebbe proposto di chiamare il provvedimento ‘Resta e cresci in Italia’, ha sottolineato la sua “piena disponibilità di ascolto” precisando però che il governo farà la riforma “con o senza accordo” con le parti sociali; anche perché i tempi sono stretti e il governo è determinato a chiudere “in poche settimane”. Al termine dell’incontro i rappresentanti di Confindustria, Rete imprese Italia e i sindacati sono intervenuti separatamente in conferenza stampa per fornire le prime impressioni sul confronto con il governo. Fra i commenti più positivi quello del presidente degli industriali, Emma Marcegaglia che ha sottolineato l’importanza della riforma: “Abbiamo ribadito con forza che Europa, mercati e investitori aspettano di vedere come faremo questa riforma – ha dichiarato Marcegaglia – Siamo totalmente d’accordo con quello che ha detto ieri il premier Monti, l’articolo 18 non deve essere più un tabù, crea una dicotomia drammatica, pesantissima all’interno del mercato del lavoro”. Nella situazione in cui versa l’Italia, ha aggiunto il presidente di Confindustria, bisogna prendere atto che “il posto fisso, come tale, non c’è più”. E sui licenziamenti “vorremmo che si arrivasse a questa formulazione: reintegro per tutti i casi di discriminazione, negli altri casi ci deve essere una indennità di licenziamento come avviene in tutta Europa”. Da Rete Imprese Italia è arrivata la piena condivisione degli obiettivi e la piena disponibilità a raggiungere un accordo; il presidente Marco Venturi ha però chiesto garanzie per “la flessibilità in entrata e uscita per le Pmi” evitando inoltre “interventi di aggravio per le imprese sotto i 15 dipendenti, valorizzando invece ruolo e competenze degli enti bilaterali e del welfare contrattuale”.Dai sindacati si è registrato un clima leggermente più ‘freddo’, soprattutto di fronte alla possibilità che l’esecutivo vada avanti da solo. “Il governo a nostra domanda ha risposto che lavora per fare l’accordo – ha affermato il leader Cgil, Susanna Camusso – Diamo per buone le affermazioni che vengono fatte. Sarà un problema loro spiegare se invece cambiano idea. Siamo per chiudere questa trattativa. Siamo preparati e allenati e anche in tanti. Non abbiamo problemi. Siamo in grado di prendere decisioni e di assumerci responsabilità”. Il problema, ha sottolineato Camusso, non è quello dei licenziamenti, ma soprattutto quelli di creare lavoro. Sulla posizione di Confindustria riguardo ai licenziamenti il segretario Cisl ha suggerito di “non continuare a fare riferimento agli altri Paesi, per esempio in Germania ci vuole il consenso delle parti per licenziare qualcuno”. Riguardo alla “monotonia del posto fisso”, il segretario Uil, Luigi Angeletti, ha commentato: “La monotonia non ci preoccupa, quello che ci preoccupa è lo stress di chi è senza lavoro”.

VIDEO – gli interventi di ConfindustriaRete imprese Italiasindacati

“Altro che articolo 18, si sostengano le lavoratrici”