I dati Istat di gennaio 2025 sul lavoro in Italia sono confortanti. L’aumento dell’occupazione è superiore all’andamento del Pil che continua ad arrancare. Ma questo perché succede? Secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore, il mercato occupazionale nel 2024 pare non avere accusato il colpo delle tensioni geopolitiche e dell’aumento dei costi dell’energia, che invece stanno avendo effetti negativi sull’economia del Paese.
Il tasso di occupazione record del 62,8% di gennaio 2025, pari a 24.222.000 unità, rappresenta una crescita dello 0,4% su dicembre 2024 e dell’1% rispetto a un anno fa. Intanto, però, il Pil – dopo l’aumento nel quarto trimestre del 2024 dello 0,1%, rispetto al trimestre precedente, e dello 0,6% di un anno prima – nel 2025 è aumentato soltanto allo 0,1%.
Tutti i fattori che incidono sull’occupazione in Italia
Rispetto a dicembre 2024, a gennaio 2025 si contano 145 mila occupati in più. Se si confrontano i dati di gennaio 2024, gli occupati in più sono 513 mila. Il tasso di occupazione è aumentato soprattutto grazie agli over 50 (+133 mila), che hanno subìto il rinvio dell’età pensionabile del Governo e che sono stati assunti dalle aziende grazie a un’esperienza pregressa che non sempre si trova fra i più giovani. Tuttavia, c’è stato un incremento anche nella fascia d’età 25-34 (+38 mila) e in quella 15-24 (+13 mila). Il dato è, invece, in flessione nella fascia 35-49 anni (-39 mila).
Sul tasso di occupazione, che è superiore rispetto all’andamento del Pil, incide anche la componente demografica. Rispetto a un anno fa, il +4,8% registrato nella fascia 50-64 anni, al netto della componente demografica, scende a +3,8%. Nella fascia fra 15 e 34 anni l’aumento del 0,9%, se non si considera il dato demografico, cala a +0,5%. Invece, tra i 35 e 49 anni, il -0,2% su gennaio 2024 diventa un +0,5%.
Secondo i dati Excelsior, a guidare la domanda di lavoro sono i servizi, con 366 mila assunzioni programmate. Va molto bene il settore turistico con 67 mila entrate programmate (+16 mila), il commercio con 77 mila entrate (+2 mila) e il comparto delle costruzioni con 52 mila assunzioni (pari a un incremento dell’1,4%. L’industria manifatturiera e i servizi all’impresa, invece, hanno diminuito la domanda, entrambi , di 12 mila unità.
Sul tasso di occupazione ha avuto un certo peso anche la cassa integrazione. Gli ultimi dati Inps, relativi al 2024, dimostrano che la richiesta è aumentata di oltre il 20% rispetto al 2023, superando 500 milioni di ore. Sono state soprattutto le aziende manifatturiere, con 426,5 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate dall’Istituto, a incidere (con un +30% rispetto al 2023).
© Riproduzione riservata