La riforma del lavoro entra in vigore

Maggiore flessibilità in uscita e restrizioni per le tipologie di contratti in entrata sono una realtà. Via libera del Parlamento a una serie di modifiche inserite nel decreto sviluppo

La riforma del mercato del lavoro, approvata lo scorso 27 giugno dal Parlamento, è entrata in vigore. Le disposizioni decise dal ministero del Lavoro per una minore flessibilità in entrata e una maggiore in uscita (licenziamenti) sono una realtà. Tra le disposizioni contenute nel provvedimento assumono particolare rilievo le modifiche alla disciplina di alcune tipologie contrattuali, quali il contratto a tempo determinato, l’apprendistato, il lavoro intermittente, il lavoro accessorio. Altre disposizioni intervengono a modificare la disciplina in materia di collocamento al lavoro dei disabili e altre ancora a introdurre meccanismi di contrasto al fenomeno delle dimissioni in bianco. I punti principali della riformaLa legge, approvata in tempi record, è stata criticata, per ragioni diverse, sia da sindacati che imprese che hanno spinto i partiti della maggioranza a proporre alcune correzioni inserite in emendamento al Dl sviluppo, appena approvato in prima lettura dalle commissioni Finanze e attività produttive della Camera.Tra le modifiche, riassunte da Confcommercio, gli intervalli tra i contratti a termine – fissato dalla riforma in 60 giorni (fino a sei mesi di durata) e 90 (oltre) – che si riduce per i lavoratori stagionali; i tempi dell’intervallo sono rimandati alla contrattazione. Viene agevolato l’uso del contratto di apprendistato; cambiano i criteri per valutare se la partita Iva è autentica o meno: la collaborazione con lo stesso committente dovrà avere una durata complessiva superiore a otto mesi per due anni consecutivi e non più per uno solo con un importo finanziario di 18 mila euro, sempre su due anni.L’emendamento posticipa inoltre di un anno (il 31 ottobre del 2014 invece del 2013) il confronto del governo con le parti sociali per “una ricognizione delle prospettive economiche e occupazionali in essere alla predetta data”. Viene congelato l’aumento dei contributi previdenziali che rimane al 27% nel 2013 per le partite Iva e le gestioni separate. Infine, i contratti a tempo determinato fino a sei mesi vengono esclusi dal computo dell’organico delle aziende.

Riforma del lavoro – il testo integrale della legge

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