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Lavoro

Istat: l’occupazione sale al 58%, il livello più alto dal 2009

Contratti a tempo determinato e boom di lavoro a somministrazione fanno scendere i disoccupati di oltre 100mila unità. Ma rimane la spaccatura nord-sud

Buone notizie dal mondo del lavoro. Secondo l’Istat, il 2017 è stato un anno molto positivo per l’Italia. Nonostante il tasso di occupazione resti al di sotto del picco del 2008, di circa 0,7 punti, aumenta comunque dell’1,2% rispetto al 2016 e raggiunge così il 58%, il livello più alto dal 2009. In un anno il numero di occupati è salito di 265 mila unità, arrivando a quota 23 milioni e 23 mila. Di pari passo, diminuisce la disoccupazione: se nel 2016 era pari all’11,7%, nei 12 mesi scorsi è scesa all’11,2%. Si tratta del terzo calo consecutivo e del livello più basso dal 2013, ossia da quattro anni. Complessivamente le persone in cerca di un lavoro si sono ridotte del 3,5% (-105 mila). La situazione, però, non è omogena su tutto il territorio italiano. A trainare il calo della disoccupazione, infatti, è soprattutto il settentrione. Nelle regioni del centro-nord il tasso di occupazione raggiunge livelli pressoché simili a quelli del 2008, cioè compresi fra 66,7% e il 62,8%, nel mezzogiorno invece è ben al di sotto, non superando il 44%.

L’occupazione sale, ma non grazie al posto fisso

La ripresa occupazionale è dovuta soprattutto alla crescita dei lavoratori dipendenti a tempo determinato, che sono aumentati più del triplo rispetto ai permanenti (+298 mila rispetto a +73 mila). Nell’anno di abolizione di voucher, boom anche per il lavoro in somministrazione, ai livelli più alti degli ultimi 15 anni. Per il terzo anno, sale il lavoro a tempo pieno, tanto che il monte ore lavorate si è ampliato del 3,9%. In crisi, invece, gli autonomi, per il settimo anno consecutivo: il numero di lavoratori indipendenti scende di 105 mila, ossia dell’1,9%.