Le buone maniere sono un business

Nato per insegnare l’etichetta ai giovani rampolli, l'istituto ospita sempre più spesso manager e imprenditori che non vogliono rischiare di perdere un affare per colpa delle differenze culturali

Una villetta a tre piani nel cuore delle Alpi, a Montreux, sul lago Lemano. Sembra uscita da un film la sede dell’Institut Villa Pierrefeu, “l’università” elevetica delle buone maniere gestita da Madame Viviane Neri. Da 60 anni qui si impara a conversare, mangiare, apparecchiare e ogni aspetto del bon ton: l’armamentario indispensabile per i giovani rampolli delle famiglie nobiliari e delle grandi dinastie industriali. Tra le illustri studentesse ci sono state Lady D e la sua “rivale” Camilla, la regina Anna Maria di Grecia, Carla Bruni e Tamara Mellon. Da qualche tempo, però, questa scuola di perfezionamento si è concentrata anche sugli aspetti della multiculturalità, sotto la spinta delle richieste sempre più frequenti di ragazze e ragazzi russi, ucraini, orientali, africani e persino neozelandesi. Non vogliono solo imparare la differenza tra un British lunch (rebbi delle forchette in alto e una mano in grembo) e un pasto alla francese (rebbi in basso e due mani sulla tavola per servirsi da soli), ma soprattutto conoscere l’etichetta per evitare figuracce nelle relazioni di lavoro. Ecco perché ai corsi partecipano ormai anche manager e imprenditori provenienti da tutto il mondo. Lo si capisce anche leggendo i nomi dei prossimi corsi: tra i seminari intensivi di etichetta, figurano l’Arte del mangiare (17-21 ottobre) ed Esplorare le differenze culturali (24-28 ottobre).I corsi estivi completi durano invece da tre a sei settimane e costano da 10 mila a 20 mila franchi (da 9 mila a 18 mila euro), vitto e alloggio esclusi. Ma la scuola organizza anche corsi tailor made per studenti giapponesi (focalizzati sui consigli per viaggiare), mediorientali (con moduli dedicati al protocollo diplomatico e all’abbigliamento) e addirittura sessioni personali con anonimato garantito.

ATTENZIONE ANCHE A LOOKI businessman cinesi sono considerati, a torto o a ragione, tra i più maleducati del mondo. Spesso poco attenti al vestire, incapaci talvolta di avere a che fare con un interlocutore donna, si rivolgono con sempre maggiore frequenza ad apposite società di consulenza che lavorano con avvocati, promotori finanziari e anche imprenditori. Il lavoro di questa agenzie è davvero a tutto tondo: non insegnano solo i principi basilari delle buone maniere, ma arrivano addirittura a rifare completamente il look dei loro clienti. Una di queste è Principle M che propone abiti su misura, con sarti che vanno anche a domicilio o in ufficio a prendere le misure. Le materie prime sono di altissima qualità, italiane o inglesi, ma i prezzi sono davvero alla portata di tutti (150 euro in media).

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