Imprenditori europei: “competenze e titoli di studio italiani poco affidabili”

I risultati di un’indagine condotta da ExpoTraining: all’estero in molti considerano i lavoratori meno giovani del nostro Paese poco aggiornati

Gli italiani? Competenze e titoli di studio poco affidabili. Almeno per un imprenditore europeo su tre. Secondo un’indagine presentata dall’Osservatorio Nazionale sulla Formazione ExpoTraining – condotta su 250 persone e i cui risultati completi saranno annunciati in occasione della fiera milanese ExpoTraining – il 28% degli imprenditori ha dichiarato che non ritiene del tutto affidabili le certificazioni delle competenze rilasciate per corsi di formazione in Italia. Il 20,4%, inoltre, ha dei dubbi anche sui titoli di studio. Molti quelli che segnalano come lavoratori italiani meno giovani siano poco “aggiornati”, raramente coinvolti in azioni continuative di formazione.

“Un dato preoccupante, perché sempre più italiani scelgono di andare a lavorare all’estero, e certamente avere delle certificazioni delle competenze adeguate e credibili è un fattore essenziale, soprattutto per profili altamente qualificati”, spiega Carlo Barberis, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla Formazione ExpoTraining. “Il fatto è che in Italia vi sono ottime aziende nel settore formazione e ottimi formatori, spesso anche fortemente innovativi. Ma sul sistema della certificazione delle competenze secondo le logiche e le aspettative europee siamo ancora in forte ritardo, molti la vedono quasi come una noiosa incombenza burocratica.”

Barberis, tuttavia, ammette come la formazione continua vera, “al di là di quella obbligatoria, sia cosa abbastanza rara, è un dato storico, solo leggermente migliorato negli ultimi anni. Si tratta”, aggiunge, “di una vera e propria emergenza, che rischia di lasciarci ulteriormente indietro dallo scenario globale, con figure professionali che in pochi anni potrebbero diventare obsolete. E riducendo la credibilità dei nostri lavoratori e dei nostri giovani nei confronti delle aziende europee, che si aspettano lavoratori formati adeguatamente sia all’inizio della loro carriera, sia successivamente.”

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