I 6 motivi per cui distrarsi fa bene al lavoro

Far viaggiare la mente a scuola o sul lavoro fa bene al cervello. Lo dice anche un libro...

“Sei distratto? No, il mio cervello sta lavorando per me”. Quante volte avremmo voluto cavarcela così a scuola o in qualche riunione noiosa? Ebbene, avreste avuto ragione a difendervi così. Lo dice Michael C. Corballis, psicologo e neuroscienziato neozelandese autore de La mente che vaga (Raffaello Cortina), una sorta di elogio della distrazione. Come recita il sottotitolo, What the Brain Does When You’re Not Looking, cioè «quello che fa il cervello quando non guardi». La tesi di fondo del volume, il cui titolo è The Wandering Mind (The University of Chicago Press, 2015) il vagare delle mente è dovuto a una disposizione biologica, che presenta anche aspetti costruttivi e adattativi. I cali dell’attenzioni servono a dare spazio ad altre facoltà mentali, indispensabili per l’evoluzione.

Ecco allora i sei motivi per cui distrarsi fa bene al cervello:

  1. Permette al cervello di recuperare energia e lucidità dopo un’intensa attività di concentrazione.

  2. Accresce l’empatia con il mondo e la comprensione sociale.

  3. Permette di pianificare il futuro sulla base dell’esperienza passata.

  4. Ci permette di inventare e raccontare storie.

  5. Ci fa cogliere collegamenti tra eventi e persone nello spazio e nel tempo, per poi scoprire qualcosa di nuovo.

  6. Aiuta la maturazione delle idee. I luoghi migliori per inventare qualcosa sono l’autobus, il bagno, il letto e la sala riunioni.

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