I 4 passi per aumentare la resilienza della propria azienda

Studiando il comportamento di 705 imprese nella crisi, la Sda Bocconi individua i principi per adattarsi al cambiamento in tempi di crisi

Resilienti non si nasce, si diventa. Così sostengono gli esperti della Sda Bocconi che hanno studiato il comportamento di 705 imprese in questi anni di crisi. Come si reagisce alle difficoltà? Come ci si adatta al cambiamento? I principi individuati da Markus Venzina e Guia Pirotti, rispettivamente professore ordinario del Dipartimento di management e tecnologia e docente dell’area strategia e imprenditorialità della Scuola di direzione aziendale, sono chiari. E arrivano dallo studio dei comportamenti di 705 imprese in questi anni di difficoltà economica.

Innanzitutto serve coraggio: Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea Italia, per esempio, ha di trasferire alcune produzioni nel nostro Paese, dove vengono realizzate, da aziende locali, cassettiere, rubinetterie e giocattoli.

Poi serve investire: l’emblema è Domenico Restuccia, fondatore di Techedge, gruppo specializzato in soluzioni tecnologiche per i processi aziendali, dichiara «negli ultimi 3 anni abbiamo assunto quasi 300 persone dandogli la possibilità di lavorare su progetti internazionali, potendo crescere e lavorare per un’azienda italiana, non necessariamente emigrando».

Da questi punti di partenza i professori della Bocconi hanno delineato un percorso di 4 step per aumentare la resilienza organizzativa della propria azienda:

1) identificare il proprio livello di resilienza.Sia il top management che gli azionisti devono saper apprezzare livelli alti di resilienza, anche se questo vuol dire sacrificare (a breve termine) una parte della loro profittabilità.

Uno strumento è Volare, ndicatore che considera il Return on equity (Roe) medio degli ultimi 10 anni e la volatilità del Roe in questo periodo (learninglab.sdabocconi.it/volare/) confrontato con i risultati dei peers del settore.

2) sviluppare scenari di discontinuità. Occorre identificare i fattori che possono avere un impatto forte sul conto economico, come gli stress-test effettuati sulle banche.

3) condurre un check-up di resilienza. Questa fase analizza come un’azienda reagisce di fronte agli scenari di discontinuità. Se le banche aumentano il capitale dopo aver fallito uno stress-test, le aziende dovrebbero invece analizzare i fattori in grado di aumentare la resilienza.

4) modificare gli elementi critici. Il risultato del check-up evidenzierà chiare linee d’azione per attivare un cambiamento, che non è mai semplice. Come si può aumentare, per esempio, la capacità del top management team e degli azionisti di resistere alla tentazione di profitti nel breve a discapito del successo a lungo termine? Per questo non esiste ricetta.

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