Disoccupazione, Draghi: “A casa i governi che non agiscono sul lavoro”

Il presidente della Banca centrale europea invita i Paesi a intervenire sulle riforme, che serviranno ad assumere, non a licenziare

“Gli elettori devono mandare a casa i governi che non agiscono per ridurre la disoccupazione”. È questo il messaggio lanciato da Mario Draghi, che dai lavori del Fondo monetario internazionale (Fmi) torna a incalzare i governi sull’attuazione delle riforme, soprattutto in chiave lavoro.

Ripresa a rischio senza riforme

RIFORME PER ASSUMERE, NON LICENZIARE. Rinnovare il mercato del lavoro non faciliterà i licenziamenti, ma le assunzioni; il Jobs act italiano, secondo Draghi, non porterà massicci licenziamenti, perché le aziende, dopo anni di recessione, hanno già agito. L’attuale situazione di disoccupazione giovanile, ha spiegato il presidente della Bce, è legata all’introduzione di nuovi contratti molto flessibili, destinati soprattutto ai giovani. Questi contratti “hanno depresso la domanda – sottolinea Draghi -. Con la crisi queste posizioni sono state eliminate”. Da qui la necessità di rendere “più facile per le aziende assumere i giovani. Gli elettori – aggiunge – devono mandare a casa i governi che non agiscono sulla disoccupazione. I governi che hanno spazio di manovra ha senso che lo usino. Potete immaginare a quale paese mi sto riferendo”.

© Riproduzione riservata