Cambiare lavoro: un’ipotesi per quasi la metà degli italiani

I professionisti del nostro Paese in cerca di stabilità, ma anche di una maggiore flessibilità e una condivisione della cultura aziendale

L’idea di cambiare lavoro spicca tra le priorità degli italiani per il 2022. È quando emerge da un’indagine condotta da Censuswide per conto di Indeed, il portale di ricerca e offerte di lavoro, che ha registrato come il 46% degli abitanti del nostro Paese stia prendendo in considerazione l’idea di cambiare azienda. Cosa si cerca in una nuova occupazione? Guadagnare di più rimane la spinta principale a cambiare lavoro (54%), ma si fanno largo altre ragioni. L’incertezza degli ultimi due anni ha ridato fascino alla solidità. Si punta ad aziende che abbiano buone prospettive di sviluppo (18%) e a lavori sicuri (15%), nonché a buoni pacchetti di benefit (16%). Per chi ancora non può, la possibilità di lavorare da casa (16%) rappresenta una buona motivazione per cambiare. Più di 1 italiano su 10, inoltre, punta a lavorare in un ambiente che sia inclusivo, di cui condivide la cultura aziendale.

Cambiare non spaventa. Più del 50% dei partecipanti all’indagine di Indeed ha una visione ottimista del mercato del lavoro e delle opportunità di carriera che si potranno aprire nel 2022. Un atteggiamento fiducioso che trova conferma negli intenti dei datori di lavoro. Il 20% prevede, infatti, di assumere a ritmo più sostenuto rispetto al pre-pandemia. Probabilmente per via di buone prospettive di sviluppo (otto aziende su dieci contano su un incremento del business nel 2022) ma anche in virtù del turn over che, nel corso del 2021, è aumentato secondo il 33% dei recruiter. In particolare, per le aziende che impiegano più di 500 persone (45%).

Per attrarre e mantenere i migliori talenti, le aziende si dicono pronte a introdurre una serie di nuove policy nel 2022: dall’incremento della possibilità di lavorare da casa (42%), all’organizzazione degli spazi di lavoro in modo da garantire distanziamento (40%); dall’offerta di supporto psicologico (37%), al miglioramento dei benefit (32%) ma anche creazione di occasioni di socializzazione (32%), per ovviare alla mancanza del contatto quotidiano.

© Riproduzione riservata