Borsa Italiana: le ragioni alla base del primo sciopero nella storia del Gruppo

Saras saluta la Borsa di Milano© Paco Serinelli/Afp via Getty Images

Primo sciopero nella storia bicentenaria di Borsa Italiana. Le organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl e Fisac Cgil, hanno comunicato unitariamente l’apertura di una fase di mobilitazione nel Gruppo Borsa Italiana (parte del gruppo Euronext), proclamando uno sciopero con astensione dal lavoro nelle ultime due ore della giornata di giovedì 27 giugno 2024, fino al termine del servizio, oltre a un calendario già fissato con numerose limitazioni a straordinari e reperibilità.

“Denunciamo il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del Gruppo Euronext, e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane”, hanno dichiarato i sindacati in una nota congiunta. “Si tratta di una decisione, quella di avviare lo stato di agitazione, presa congiuntamente da tutte le sigle sindacali, lungamente meditata e sofferta, storica perché mai prima sperimentata”.

Le ragioni dello sciopero in Borsa Italiana

Sono quattro le principali materie di rivendicazione sindacale. Innanzitutto, c’è la profonda preoccupazione per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale. “Mentre si delineano progetti di delocalizzazione e near shoring di intere aree di attività al di fuori dei confini nazionali, l’azienda continua a rifiutarsi di fornire garanzie e di intraprendere percorsi condivisi di tutela dei posti di lavoro e di valorizzazione delle professionalità esistenti”.

Il secondo tema è legato alla questione salariale. “A fronte delle recenti dinamiche inflazionistiche, la scelta della parte datoriale di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato Ccnl del settore del credito attraverso assorbimento degli ad personam, rappresenta l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la volontà del Gruppo di non voler proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani”, spiegano le sigle. “Una decisione, peraltro, ancora più incomprensibile considerando i risultati record registrati dalle stesse società italiane del Gruppo negli ultimi anni e soprattutto nel 2023.

Il terzo punto riguarda l’organizzazione del lavoro. Secondo i promotori dello sciopero, le strutture organizzative nel corso del tempo sono divenute sempre più fragili: così nel Gruppo Borsa Italiana “è diventato sistematico e oramai strutturale il ricorso al lavoro straordinario, al lavoro di sabato, festivo e perfino notturno, unito a una gestione insostenibile della reperibilità, mettendo a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori”.

Infine, la governance e la progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del Gruppo. “A fronte della rilevanza nazionale dell’infrastruttura di mercato, come volano per la crescita economica e la stabilità finanziaria del nostro paese notiamo un progressivo trasferimento al di fuori dell’Italia dell’indirizzo strategico del Gruppo, e di uno spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche del gruppo Euronext”, concludono i sindacati.

La replica di Euronext

Non si è fatta attendere la replica della capogruppo. “Euronext e Borsa Italiana collaborano costruttivamente con le rappresentanze per raggiungere gli obiettivi di crescita delle società italiane e del gruppo”, ha sottolineato in una nota il gruppo Euronext, che rivendica “l’impegno dei nostri colleghi e gli investimenti significativi in Italia”, come lo sviluppo della Clearing House italiana a livello europeo e la migrazione dei mercati italiani sulla piattaforma Optiq. La società, inoltre, ha sottolineato come negli ultimi 12 mesi “abbiamo assistito a un livello senza precedenti di creazione di posti di lavoro: oltre 100 nuove posizioni sono state create dall’integrazione di Borsa Italiana nel nuovo gruppo”. Inoltre, “abbiamo effettuato forti investimenti in formazione e compensi variabili, sottolineando il nostro impegno nel supportare e valorizzare il talento dei nostri collaboratori”.

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