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Energie alternative, grande distribuzione, turismo, information technology e banche sono i settori che continuano ad assumere

Crisi, maledetta crisi». Vorrebbero forse ripeterlo all’infinito, come un amaro ma inutile sfogo, i tanti italiani che stanno per perdere il lavoro a causa della recessione economica. È un esercito di persone che, secondo le previsioni dell’Ocse (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), crescerà nei prossimi mesi come un fiume in piena sino a sfiorare, entro la fine del 2010, la soglia record dell’11%, in rapporto alla popolazione attiva. Ma le previsioni degli organismi internazionali, anche le più azzeccate, vanno prese spesso con il beneficio d’inventario. Perché, a ben guardare, i dati macroeconomici fotografano solo in parte la realtà: mettono cioè in evidenza soprattutto i toni più scuri, tralasciando non di rado le sfumature. E le sfumature non mancano di certo in questa crisi. Una crisi in cui ci sono ancora molte imprese che assumono del personale e che hanno bisogno di reperire nuove risorse sul mercato del lavoro, per superare i momenti di difficoltà o, addirittura, per continuare a crescere. Sono aziende coraggiose, che sanno affrontare di petto la recessione e possono permettersi il lusso di allargare il proprio organico perché hanno un business ben strutturato e operano in settori ancora in fase di sviluppo. Quali sono, nello specifico, questi settori? In primis quello delle energie alternative, che promette di salvare il mondo intero dalla schiavitù del petrolio e che si sta trasformando in un nuovo “Eldorado” per gli investitori internazionali. Ma parecchie occasioni di lavoro sono disponibili anche in “campi” più tradizionali, dalla sanità alla grande distribuzione alimentare, dal turismo fino all’information technology. E non mancano le ricerche del personale persino nel settore bancario o in quello del credito, che sono i più esposti alla bufera che ha investito l’economia mondiale nell’ultimo anno e mezzo. A testimoniarlo, sono i manager delle grandi società che si occupano della selezione e del collocamento del personale: Adecco, Gi Group, Obiettivo Lavoro e Randstad Italia.

La nota positivaChi opera in prima linea e conosce bene i problemi dei disoccupati, non nega che ci troviamo in una fase difficile. Anzi, difficilissima. Ma gli esperti non rinunciano neppure a mettere in evidenza qualche nota positiva, che lascia un barlume di speranza a chi ha già perso l’occupazione o la perderà nei prossimi mesi. «L’attuale crisi è molto grave, non c’è dubbio, ma ha avuto finora un impatto meno pesante del previsto su alcune figure professionali», dice ad esempio Antonio Bonardo, direttore operativo di Gi Research, la divisione di Gi Group specializzata nella selezione del personale con una qualifica medio-alta (che di solito viene inserito nelle aziende con un contratto a tempo indeterminato). A detta di Bonardo, i candidati in cerca di lavoro che hanno un alto grado di scolarizzazione risentono in misura minore dell’attuale congiuntura macroeconomica, assai sfavorevole, e continuano a essere abbastanza ricercati. Ciò non significa, ovviamente, che i diplomati o i laureati trovino la strada spianata davanti a sé. Ma oggi, senza dubbio, le imprese continuano a mostrare interesse per determinate figure professionali di buon livello. Quali? «Nell’area dell’internal audit e in quella del controllo di gestione, per esempio, ci sono ancora diverse ricerche in corso», dice Federico Vione, country manager di Adecco per l’Italia. «Anche in campo commerciale molte imprese stanno selezionando nuove risorse», aggiunge Bonardo. Oggi, di fronte a un mercato in progressiva difficoltà, le aziende sono infatti impegnate soprattutto su due fronti: da una parte, sono costrette ad attuare un rigido controllo dei costi in tutte le voci di bilancio, mantenendo alta l’efficienza dei processi produttivi. Dall’altra, devono continuare a presidiare il territorio con reti di vendita capillari, per non perdere quote di clientela. Per battere la crisi, insomma, a volte le imprese devono assumere nuove risorse, piuttosto che licenziare quelle vecchie. Arrivano delle note positive persino dal disastrato settore bancario. «Alcuni istituti di credito italiani», dice ancora Vione di Adecco, «stanno portando avanti dei piani di sviluppo delle proprie reti di filiali, programmati da tempo, e non mostrano alcuna intenzione di interromperli». La crescita delle sofferenze sui prestiti, invece, secondo Bonardo di Gi Research ha provocato un maggior interesse verso le figure professionali specializzate nelle attività di recupero dei crediti. «C’è una notevole richiesta di risorse lavorative anche nell’ambito della gestione degli affidamenti bancari a favore dei clienti, piccoli e grandi», aggiunge Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia. L’era dei finanziamenti facili per tutti è finita, infatti, e alcuni istituti di credito hanno deciso di spostare le proprie politiche di reclutamento del personale dall’area delle vendite e dell’intermediazione creditizia a quella dei servizi destinati alla clientela già acquisita. Ci sono poi figure professionali “sempreverdi”, o quasi, che per ora risultano abbastanza ricercate. « È il caso di alcuni specialisti dell’information technology come gli analisti e i programmatori», dice ancora Vione. Senza dimenticare, nel mondo dell’industria, i tecnici, gli ingegneri e i manager che si occupano della gestione dei processi produttivi: «sono molto ricercati dalle imprese che hanno intenzione di ristrutturare o razionalizzare i propri impianti», dice Bonardo. Esistono poi settori anticiclici che si muovono in controtendenza rispetto alla congiuntura macroeconomica. Prima fra tutti la distribuzione di prodotti alimentari, «dove la richiesta di personale continua a mantenersi su buoni livelli» afferma Barbara Bruno, referente nazionale per la selezione e l’organizzazione di Gi Group. Le figure ricercate spesso non occupano le posizioni più elevate della scala gerarchica. Tuttavia, ci sono disponibilità anche nel marketing e nella logistica, per profili medio-alti. «Con l’avvicinarsi del periodo estivo, mostra una certa vitalità anche il comparto del turismo, dove la selezione si concentra però soprattutto su impieghi a tempo determinato, di durata stagionale», dice ancora Bruno. Più trasversali sono invece le ricerche in atto nel comparto dei servizi sanitari. «L’invecchiamento e la crescita dell’età media della popolazione sono fenomeni ormai consolidati», spiega infatti Marco Maggi, responsabile della corporate identity di Obiettivo Lavoro, «e richiedono un sempre maggior numero di servizi di assistenza, soprattutto agli anziani». Nel comparto della sanità, sia in quella pubblica sia in quella privata, si continua dunque ad assumere. E non soltanto per mansioni molto tradizionali, come quelle mediche e infermieristiche, ma anche in altri ambiti più innovativi. In campo farmaceutico, per esempio, si sta facendo largo la figura del medical manager, un professionista che ha la responsabilità della gestione scientifica dei medicinali, per collocarli nell’area terapeutica più indicata.

Le nuove energieMa il settore dove si trovano le occasioni di lavoro più ghiotte, in questo momento, è senz’altro quello delle energie alternative. «C’è dunque bisogno di nuove professionalità, che spesso sono difficili da reperire sul mercato», dice Maggi di Obiettivo Lavoro. Tecnici, ingegneri, architetti e manager che conoscono bene il settore delle energie rinnovabili sono infatti merce rara. Ma, secondo Maggi, oggi possono benissimo essere reclutati nel comparto metalmeccanico, dove è invece in corso una vera e propria emorragia di posti di lavoro.Per convertirsi alla green economy, cioè all’insieme delle attività legate al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente, molti tecnici e manager provenienti dal mondo dell’automobile o dalla grande industria più tradizionale non devono faticare più di tanto. Un po’ di formazione (anche di pochi mesi o settimane) può consentire a tutti i professionisti rimasti senza lavoro di integrare le esperienze accumulate durante la carriera. Farsi forza del passato, è infatti un imperativo categorico per superare la crisi. La pensa così Ceresa di Randstad Italia, che dice: «I lavoratori devono saper trasformare questo momento difficile in un’opportunità, cioè in un’occasione per rimettersi in gioco, cercare di assumere competenze interdisciplinari, da spendere proficuamente in settori diversi». E ciò vale anche (e soprattutto) per chi, come i manager o i quadri, ha sempre occupato posti di responsabilità nelle aziende. «Non dimentichiamoci», dice ancora Ceresa, «che finora la recessione ha mostrato i propri effetti soprattutto nelle fabbriche». Negli uffici, secondo il n˚1 di Randstad Italia, la crisi non è ancora completamente arrivata. Quando arriverà, dunque, non bisogna farsi trovare impreparati. Per questo, secondo i manager delle agenzie di selezione e di collocamento del personale, è giunto il momento di puntare sulle attività di formazione. È un suggerimento buono per chi è riuscito a conservare il proprio impiego, almeno per il momento, ma che vale soprattutto per chi lo ha già perso o lo vede “traballare”.

CHI ASSUME – i comparti più vitali secondo gli intervistati

• banche

• energia

• grande distribuzione

• information technology

• servizi sanitari