Tecnologia, il futuro è da indossare

Crescono le vendite di smartwatch, visori e affini

La tecnologia sarà pronta da indossare: questo il trend previsto per il 2016, che fa prevedere un boom di smartwatch, braccialetti, visori e gadget che conquisteranno nuove vette di vendita. A partire dai chiacchieratissimi Apple Watch.

FENOMENO SMARTWATCH. La società di ricerca Gartner, che ha promosso lo studio di settore, annuncia che nei primi mesi dell’anno appena cominciato il mercato dei dispositivi indossabili crescerà almeno del 18%, portando ricavi per ben 29 miliardi di dollari; a furoreggiare saranno soprattutto gli smartwatch firmati dalla Mela, che da soli conquisteranno vendite per 11 miliardi di dollari, con la prospettiva di arrivare nel 2019 ai 17 miliardi. Niente a che vedere con i numeri conquistati dagli smartphone, naturalmente, ma grazie alla raffinatezza di tali orologi intelligenti essi potrebbero diventare un’alternativa comoda ed elegante per emanciparsi dal telefonino. Non mancano infatti smartwatch in grado di fare le scarpe ai cellulari di ultima generazione, grazie a funzioni implementate e perfino alla possibilità di usare l’orologio anche per telefonare (come accade con i dispositivi equipaggiati dell’os Android Wear).

TECNOLOGIA WEARABLE. Non sono tuttavia gli smartwatch i leader del settore degli indossabili: impossibili da scalzare, infatti, sono gli indispensabili auricolari Bluetooth, che potranno raggiungere le 128 milioni di unità vendute. A suscitare una grande attenzione sono ance i visori per la realtà virtuale, che oltre a interessare imprese e videogiocatori hanno stuzzicato la fantasia di tutti i big della tecnologia, da Microsoft (Hololens) a Facebook (Oculus VR) passando per Samsung (Gear VR): tali dispositivi puntano a rendere ancora più sofisticata l’interattività dell’utente, con notevoli applicazioni non solo nell’ambito del tempo libero ma anche sul lavoro. Il futuro della tecnologia, dunque, lo porteremo addosso: in meno di 5 anni la diffusione dei dispositivi wearable aumenterà di sei volte, passando dagli attuali 97 milioni ai 600 previsti per il 2020.

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