Perché LinkedIn è sempre più simile a Facebook

Trending storyline, nuovo design e Pulse in italiano: addio curriculum, contano i contenuti

Ha ragione il ministro Poletti, il curriculum non serve e abbiamo spiegato qui perché. Anche LinkedIn lo pensa, però, e lo dimostrano le novità lanciate qualche giorno fa dal social network del lavoro. Il cambiamento è in atto da tempo, ma ormai possiamo dirlo: LinkedIn assomiglia sempre più a Facebook. Perché è cambiato il suo ruolo: non più vetrina di curriculum, ma vetrina di contenuti prodotti o condivisi per parlare di se stessi, della propria visione.

I cambiamenti più in vista riguardano la grafica e l’impostazione stessa del social: innanzitutto le trending storylines, in arrivo in Italia ma già implementata negli Usa per aumentare l’interazione sulla piattaforma. Ideale per accompagnare il nuovo design più simile agli altri social (c’è persino il contatore di visualizzazioni, l’avete notato?) e che aveva stravolto i feed dando importanza all’engagement più che alla cronologia. Sono già a disposizione di alcuni utenti tricolori i suggerimenti di conversazione così come la chat più intuitiva in versione pop up, insieme con gli hashtag finalmente presenti anche su LinkedIn. Infine, anche i profili del nostro Paese possono utilizzare Pulse senza cambiare l’impostazione della lingua.

Insomma, LinkedIn si fa più vicino a Facebook per creare maggiore coinvolgimento e discussione, ma senza rinunciare alla sua natura istituzionale: la parola d’ordine resta “niente gattini”, ma contenuti di qualità.

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