La casa (finalmente) intelligente

Vale un milione di dollari, come l’uomo bionico, ma costa molto meno. Grazie a smartphone e device digitali sempre più efficienti ed economici, avere un appartamento che pensa e fa tutto da sé, per di più apprendendo col tempo, è oggi alla portata di ogni tasca

La casa bionica da un milione di dollari, super tecnologica e intelligente, esiste. E non costa un milione di dollari. Anche il più ricco dei Paperoni non riuscirebbe a spendere più di 100 mila euro per comprare il meglio della tecnologia disponibile sul mercato e trasformare una semplice villetta nel più avanzato sistema di home automation. Tutto incluso: dalle luci che si accendono anticipando i movimenti delle persone, all’home theater in ogni camera, dalla videosorveglianza alle finestre che si chiudono da sole se lasciate aperte quando si va via. È la casa del futuro? Macché: già oggi il 60% degli immobili di nuova costruzione ha almeno un elemento di automazione, il 16% addirittura la dotazione completa. Il vero problema? Più che il budget – bastano 10 mila euro per un equipaggiamento di base, tapparelle, luci e porte automatiche per intenderci – il punto è che frigorifero e televisione, sistema di allarme e impianto elettrico, stereo e idromassaggio, per quanto intelligenti (e lo sono) difficilmente parlano la stessa lingua. O meglio: lo fanno solo gli apparecchi costruiti su un medesimo standard. Ciascuno ha il suo, ed è di proprietà: Bticino o Vimar, Siemens, Gewiss o Abb, solo per citare alcuni dei big player del settore. Se si rimane in famiglia, tutto bene. Fuori è il caos: il dialogo fra tecnologie e marchi differenti è ancora a una fase di balbettio elementare.

I NUMERI

Su cento impianti elettrici realizzati in Italia, l’8% è fatto in domotica. La stima è di Vimar. «Il mercato è in forte crescita a due cifre», comunica l’azienda, «nonostante la particolare congiuntura economica. E la tendenza è verso una continua espansione». Ma quante sono le case intelligenti? Secondo il gruppo Immobiliare.it, la domotica di base (climatizzazione, sistemi d’apertura e di chiusura di porte, finestre, tapparelle e tende da sole) rappresenta il 43% delle automazioni italiane, mentre quella avanzata (parliamo di antifurti e strumenti di telesorveglianza, di coordinamento per il funzionamento degli elettrodomestici e per la distribuzione dell’energia elettrica, anche in caso di emergenza) arriva al 16%. La regione italiana con più home automation è il Trentino Alto Adige: qui il 78% degli immobili è smart. Seguono la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%).

Ed è qui che entra in gioco il system integrator. «Una figura comune negli Usa e in molti Paesi europei, da noi invece ancora poco diffusa», dice a Business People Marco Simonetto, che di mestiere, con la sua Simontech, fa proprio questo, «che si occupa di progettare e far funzionare in armonia tutte le parti della casa, dall’impianto elettrico all’audio-video, dall’aria condizionata alla videosorveglianza, non importa di che marca e modello. E con un solo telecomando per tutti». Anzi, senza il telecomando. Sì, perché a chiamarle solamente intelligenti queste case si offendono. «Accendere o spegnere il riscaldamento a distanza con l’iPhone è la preistoria. La casa di oggi si configura da sola attraverso vari scenari. Un esempio? Scenario uno: in casa senza nessuno. Scenario due: in casa con la famiglia. Tre: solo i bambini con la babysitter. Situazioni diverse una dall’altra. Per ciascuna di queste la casa si predispone in maniera differente, attivando o disattivando il televisore, oppure solo determinati canali se ci sono bambini, accendendo la musica e abbassando le luci per una serata romantica, attivando le telecamere per controllare la donna delle pulizie». Insomma, spazio alla fantasia, la casa segue la vita. Di più: si adatta e impara. «Se ho programmato uno scenario decidendo quale atmosfera creare», continua Simonetto, «e poi invece tutto va a rotoli, oppure mi comporto diversamente, la casa se ne accorge e modifica il suo comportamento». Ecco dunque l’ultima frontiera: si è passati dalla casa intelligente alla casa adattiva. Fine della storia? Al contrario. «Nel futuro della domotica c’è ancora lui», dice Simonetto, azzardando una previsione: «Google. Gli ingegneri di Mountain View, infatti, stanno lavorando a un progetto, nome in codice Tungsten, che servirà a sincronizzare la casa controllando tutto attraverso il sistema aperto Android». Una sfida che il colosso americano lancia ad altri concorrenti, Apple, Xbox e Playstation (sì, esatto, le console per i videogame) in testa, anche loro lanciatissimi sul fronte dell’home automation grazie alle loro centraline tuttofare.

IL PROGETTO ENERGY@HOME

Case intelligenti, capaci di autoregolare i consumi elettrici e far partire gli elettrodomestici quando l’energia costa di meno, oppure di controllarli via Internet con il telefono. Ecco Energy@Home, la piattaforma di domotica sviluppata da Enel, Electrolux, Indesit e Telecom Italia che quest’anno inizierà le sue prime sperimentazioni sul campo, presso un campione di utenti selezionati. Risultati attesi? Risparmi dal 10% al 30%, vita più lunga per gli elettrodomestici e controllo totale, a partire dagli apparecchi più grandi per arrivare in futuro anche ai forni a microonde e ai piccoli elettrodomestici. Energy@Home funziona così: da un lato c’è il contatore elettronico che fa da regista dei consumi elettrici, dall’altro ogni apparecchio di casa racchiude un piccolo microprocessore, il suo programma e un chip ricetrasmittente che invia e riceve senza fili le informazioni.

TU PARLI, LA CASA TI ASCOLTA

L’idea è di EasyDom, azienda italiana specializzata in domotica: mettere assieme la tecnologia Kinect di Microsoft, quella usata per controllare i videogiochi della Xbox senza usare le mani, e uno dei più grandi produttori di elettronica di consumo, Samsung. Obiettivo, creare una super casa tecnologica, da controllare con una app sul telefono oppure a voce. Lo hanno chiamato Luky, ed è una sorta di maggiordomo invisibile che ascolta e consente di dialogare in maniera del tutto naturale con la propria abitazione per attivare le luci, le automazioni o gli scenari con pochi e semplici comandi vocali.

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