iPhone 6, la criptatura è a prova di Fbi

Secondo l’agenzia statunitense il nuovo sistema operativo iOS 8 protegge così bene i dati personali degli utenti da rendere “invisibili” possibili attività criminali

I nuovi iPhone 6 e iPhone6 Plus finiscono sotto accusa. Secondo l’Fbi, infatti, i nuovi dispositivi di Apple potrebbero “favorire” attività illecite degli utenti. Grazie a un complesso sistema di algoritmi contenuto nel sistema operativo iOs 8, sarebbe possibile criptare i propri dati personali, come e-mail, foto e contatti; questa funzione permetterebbe agli utenti di sfuggire alla sorveglianza attivata tanto dall’Fbi quanto dalla Cia e dall’Nsa (National Security Agency).

UN SISTEMA OPERATIVO BLINDATO. iPhone 6, quindi, sarebbe una fortezza inviolabile anche per la stessa azienda produttrice che avrebbe bisogno più di cinque anni e mezzo per decifrare i codici di protezione, così come riferisce la guida tecnica del melafonino.

TERRORISMO E CRIMINALITÀ. I servizi di sicurezza governativi americani, dopo i recenti fatti di terrorismo internazionale dell’Isis, temono gli effetti che questo sistema di criptaggio potrebbe avere sulla criminalità organizzata. Il direttore del Federal Bureau of Investigation, James Comey, in una recente conferenza stampa ha dato voce a questi timori, citando casi in cui gli smartphone giocano un ruolo determinante nella lotta al crimine. Ad esempio, nei rapimenti i cellulari permettono di rintracciare gli ostaggi, tuttavia, come ha spiegato il capo dell’Fbi, il criptaggio dei dati (come quello contenuto nei nuovi iPhone, ndr) ostacolerebbe le operazioni di ritrovamento delle vittime.

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