Come è cambiato il mondo delle pubbliche relazioni in questo momento di crisi economica che ha interessato tutto il mondo? Sono state messe in campo differenti o nuove strategie media?
A causa di un ristagno del sell out dovuto alla crisi globale, particolarmente sentita nel tessile abbigliamento, l’attività di comunicazione è maggiormente orientata a un più stretto rapporto con il marketing dell’azienda per individuare e ottimizzare obiettivi, modalità e azioni che possano coerentemente ed efficaciemente raggiungere il trade e il consumatore finale. La strategia nel comunicare l’immagine di un’azienda e il suo valore identificativo passa quindi anche attraverso un mix di strumenti con iniziative sui media più dirette e mirate al target di riferimento.
Purtroppo si prevedono ancora un paio di anni di incertezza e cauto ottimismo: quali saranno le realtà che ne usciranno fortificate?
Ne usciranno vincenti quelle aziende e quei brand che manterranno una costante informazione verso il mercato senza interrompere quel filo diretto d’interesse e di rassicurazione verso il trade e il consumatore finale. Nel settore moda in particolare il consumatore oggi è più che mai attento al contenuto e al rapporto qualità-prezzo, quindi insieme alla creatività e all’innovazione saranno premiate quelle aziende che maggiormente sapranno tutelare e valorizzare il vero made in Italy.
Come vede lei il 2010?
Ancora in sofferenza seppur con qualche miglioramento e caute positive previsioni rispetto al 2009.
Jacob Cohën
Baroni