Rai, dalle licenze dei suoi brevetti un bottino di 7,2 milioni di euro

Il suo Centro di ricerca sviluppa applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale tv. Fra i suoi "clienti" anche Samsung

Più di 7 milioni di euro: tanto è riuscita a incassare la Rai nei primi sei mesi del 2019 grazie alle licenze dei suoi brevetti. Pochi lo sanno, ma Viale Mazzini ha un suo Centro di ricerca per l’innovazione tecnologica e la sperimentazione (Crits), che ha sede a Torino e che sviluppa applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale tv. Su spinta del direttore Alberto Morello, il Centro ha iniziato a registrare i brevetti delle applicazioni e a offrire quelle più competitivi in licenza non esclusiva ai produttori di televisori e decoder. Ebbene, se lo scorso anno le royalty hanno superato di poco le spese milionarie sostenute per la scrittura e la registrazione dei brevetti e il pagamento delle tasse in tutto il mondo, quest’anno i ricavi delle licenze sono saliti a 7,2 milioni di euro. Una cifra che è servita a rimpinguare i conti generali della Rai, che infatti ha fatto segnare un lieve utile di 3,3 milioni. Tra i tanti licenziatari non esclusivi, la Televisione di Stato annovera anche Samsung Electronics, con cui ha firmato un contratto bilaterale per alcuni brevetti del Dvb-T2.

Se sul fronte delle strumentazioni tecnologiche e delle competenze, il Crits è già all’avanguardia, è carente sul fronte del personale. “Il risultato sulle licenze dei brevetti mi fornisce uno strumento importante nei confronti della Rai, che certo apprezza il nostro impegno. Abbiamo bisogno di assumere nuovi professionisti da aggiungere ai circa 50 che già oggi lavorano con noi. Cerchiamo soprattutto ingegneri e informatici che possano studiare le tecnologie degli studi tv, le trasmissioni digitali e multimediali via banda larga e le applicazioni di intelligenza artificiale basati sui big-data” ha dichiarato a Repubblica Alberto Morello, direttore del Centro di Ricerca dal 1999.

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