Prestiti alle imprese: continua il calo. Meglio il credito al consumo

Inflazione e tassi di interesse frenano la domanda di finanziamenti. Per il 2023 attesa una crescita generale moderata dello 0,6%, ma per le imprese sarà un -0,2%. Il confronto con gli altri Paesi europei

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Il credito bancario al settore privato è in rallentamento in Italia e crescerà complessivamente dello 0,6% nel 2023, per poi tornare al +1,3% nel 2024. A risentire dell’attuale clima di volatilità saranno soprattutto i prestiti alle imprese, previsti in calo dello 0,2% nel 2023. Più dinamico il credito al consumo che – seppure in rallentamento rispetto al +3% segnato nel 2022 – segnerà un +2,3% nel 2023. I mutui ipotecari dovrebbero aumentare dell’1,4% nel 2023, in calo dal 4,2% del 2022.

É quanto emerge dall’EY European Bank Lending Economic Forecast 2023, analisi della congiuntura creditizia italiana ed europea, finalizzata ad approfondire l’evoluzione dei prestiti al settore privato e a prevederne gli andamenti.

L’andamento dei prestiti alle imprese

Dopo otto anni consecutivi di contrazione, i prestiti alle società non finanziarie italiane sono tornati a crescere nel 2020, poiché le imprese hanno fatto ricorso ai programmi di prestito garantiti dal governo. Tuttavia, la crescita è diventata irregolare nel 2021 e nel 2022, con riflessi anche sull’inizio del 2023. I prestiti netti alle imprese sono diminuiti del 3% a/a nel primo trimestre, il secondo calo trimestrale consecutivo e la flessione maggiore dal quarto trimestre del 2019. Complessivamente, quest’anno i prestiti netti alle imprese italiane dovrebbero diminuire dello 0,2%, aggiungendosi al calo del 2,4% del 2022. Nel 2024 è prevista una crescita marginale dello 0,8%.

Meno mutui in Italia: il confronto con l’Europa 

I prestiti ipotecari sono aumentati del 2,8% a/a nel primo trimestre del 2023, in rallentamento rispetto al 4,2% del trimestre precedente. L’aumento dei tassi di interesse, infatti, sta esercitando pressioni sul mercato immobiliare in Italia, così come in altre economie dell’Eurozona. Tuttavia, grazie a una crescita meno vertiginosa sia dei prezzi delle abitazioni (a fine 2022 i prezzi medi in Italia erano superiori del 9,3% rispetto a inizio 2019, mentre in Germania e Francia i prezzi degli immobili sono aumentati rispettivamente del 24,4% e del 22,4% nello stesso periodo) sia dei tassi d’interesse, si prevede un rallentamento abbastanza moderato dei prestiti ipotecari netti. Lo stock dovrebbe crescere dell’1,4% quest’anno, in rallentamento rispetto al 4,2% del 2022. Nel 2024 si stima un aumento del 2,1%.

Tiene il credito al consumo 

L’accelerazione del credito al consumo nel primo trimestre del 2023 (+4,9% a/a) ha bilanciato l’indebolimento in altre categorie di prestiti. Alcuni dei fondamentali che guidano i prestiti non garantiti in Italia sono positivi: basti pensare all’occupazione, tornata ai livelli pre-pandemia alla fine del 2022, e al progressivo calo dell’inflazione che dovrebbero fornire impulso ai redditi nel 2023.

Tuttavia, la spesa dei consumatori italiani aumenterà solo dello 0,3% nel 2023 e di un ancora modesto 0,8% nel 2024, pertanto il credito al consumo netto dovrebbe aumentare del 2,3% nel 2023, in calo rispetto al 3% del 2022, per poi segnare un +1,1% nel 2024. Il dato si spiega anche alla luce del fatto che le famiglie italiane nel complesso possono ancora attingere al risparmio non pianificato accumulato durante la pandemia di Covid.


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