Pirateria: chiusa Xtream Codes

Operazione a contrasto della più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento

La Guardia di finanza ha chiuso la piattaforma pirata Xtream Codes, che contava oltre 5 milioni di utenti in Italia per un giro d’affari stimato in 60 milioni di euro l’anno. L’operazione Black IpTv ha coinvolto oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e dei reparti territoriali della Guardia di Finanza, chiamati a eseguire provvedimenti di perquisizione locale, informatica e conseguente sequestro nei confronti di quella che è stata definita «la più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento».

La piattaforma è stata creata da due cittadini greci e permetteva di vedere con un unico abbonamento da 12 euro i principali palinsesti televisivi; i membri dell’organizzazione, spiega la GdF, «predisponevano e gestivano all’ estero idonei spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia». La rete commerciale risulta diffusa in tutta Italia, con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Sono 25, gli obiettivi delle perquisizioni in Italia, che hanno portato al sequestro di 197 rapporti finanziari tra account paypal, postepay e conti corrente.

Black IpTv non si limita al solo territorio italiano: sono stati infatti eseguiti simultaneamente otto ordini europei di indagini in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria nei confronti di tre aziende e cinque persone, che hanno condotto non solo all’oscuramento di Xtream Codes, ma anche di 80 siti internet e di 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi che, al momento del sequestro, vedevano connessi oltre 700 mila utenti.

I responsabili dell’organizzazione sono accusati di «associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IpTv con la circostanza aggravata del reato trasnazionale». La pena prevista per i fruitori del servizio è la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 euro.

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