Digital Markets Act: cosa dice la nuova legge europea sui big della Rete

Il Consiglio Ue approva in via definitiva nuove norme per rendere “equo e competitivo” il settore digitale, favorendo la concorrenza online

Digital Markets Act

Da oltre 20 anni il quadro giuridico dell’Unione europea non subiva variazioni in materia di servizi digitali, ovvero dall’adozione della direttiva sul commercio elettronico del 2000. Nel frattempo, le tecnologie, i modelli di business e i servizi nel settore digitale sono cambiati a un ritmo senza precedenti. Oggi, grazie al Digital Markets Act – la Legge sui mercati digitali – arrivano nuove norme che puntano a favorire la concorrenza online, rendendo il settore digitale “equo e competitivo”.

Approvata dal Consiglio europeo nella giornata del 18 luglio, dopo la firma da parte della presidente del Parlamento europeo e del presidente del Consiglio Ue, l’atto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore sei mesi dopo. Di pari passo, un accordo sui servizi (oltre alla legge sui mercati digitali, appena approvata) dovrebbe essere adottato dal Consiglio nel settembre 2022.

Legge sui mercati digitali: le norme contenute nel Digital Markets Act

La legge sui mercati digitali assicura condizioni di parità in campo digitale che stabiliscono diritti e norme chiari per le grandi piattaforme online (gatekeeper) e garantiscono che nessuna di esse abusi della propria posizione. “Con l’adozione definitiva della legge sui mercati digitali, le grandi piattaforme online saranno finalmente responsabili delle loro azioni”, ha commentato Ivan Bartoš, vice primo ministro per la Digitalizzazione e ministro dello Sviluppo regionale. “L’Ue cambierà così lo spazio online in tutto il mondo. I gatekeeper cui si riferisce la legge sui mercati digitali sono onnipresenti; tutti noi utilizziamo i loro servizi quotidianamente. Tuttavia, il loro potere cresce in misura tale da incidere negativamente sulla concorrenza. Grazie alla legge sui mercati digitali garantiremo una concorrenza leale online, una maggiore convenienza per i consumatori e nuove opportunità per le piccole imprese”.

La legge sui mercati digitali definisce nuove norme per le grandi piattaforme online, che ora devono:

  • Garantire che l’annullamento dell’abbonamento ai servizi di piattaforma di base sia semplice quanto l’abbonamento
  • Garantire che le funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea siano interoperabili, ossia consentano agli utenti di scambiare messaggi, inviare messaggi vocali o file attraverso le applicazioni di messaggistica
  • Dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di prestazione marketing o pubblicitaria sulla piattaforma
  • Informare la Commissione europea in merito alle acquisizioni e fusioni da essi realizzate

Inoltre, non saranno più in grado di:

  • Classificare i propri prodotti o servizi in modo più favorevole rispetto a quelli di altri operatori del mercato (autoagevolazione)
  • Preinstallare determinate applicazioni o software o impedire agli utenti di disinstallare facilmente tali applicazioni o software
  • Imporre l’installazione dei software più importanti (ad esempio i browser web) per impostazione predefinita all’installazione del sistema operativo
  • Impedire agli sviluppatori di utilizzare piattaforme di pagamento di terzi per la vendita di applicazioni
  • Riutilizzare, ai fini di un altro servizio, i dati personali raccolti nel corso di un servizio

Se una grande piattaforma online è identificata come gatekeeper, dovrà conformarsi alle norme della legge sui mercati digitali entro sei mesi.

Le sanzioni

Se un gatekeeper viola le norme stabilite dalla legge sui mercati digitali, rischia un’ammenda fino al 10% del suo fatturato totale a livello mondiale. In caso di recidiva, può essere irrogata un’ammenda fino al 20% del fatturato mondiale. In caso di inosservanza sistematica della legge sui mercati digitali da parte di un gatekeeper, ossia se questo viola le norme almeno tre volte nell’arco di otto anni, la Commissione europea può avviare un’indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi comportamentali o strutturali.

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