Una comunicazione frammentata, come la società

La parola al centro media; l’opinione di Paolo Stucchi, Chief executive officer di Vizeum e chief strategic officer di Aegis Media Italia

Qualsiasi film in cui si immagina il futuro lo descrive come sovrabbondante di pubblicità. E infatti la comunicazione è la politica aziendale più seria e vincente in un contesto moderno. Ancora di più un contesto ad alto tasso tecnologico. La crisi sta operando un cambiamento che coinvolge le modalità di comunicazione, ma, al di là di fenomeni congiunturali, non ne muterà l’entità.Il principale cambiamento nelle modalità di comunicare, essendo la comunicazione un’attività sociale, ha una matrice sociologica: la società oggi è frammentata, una parte della popolazione è connessa a Internet, un’altra metà non lo è ancora; una parte della società è estremamente dinamica, un’altra fortemente arretrata. La comunicazione aziendale deve interpretare queste differenze, frammentandosi a sua volta.I media tradizionali? La carta stampata, la radio e la Tv generalista perderanno fatturato principalmente a causa di una riduzione del prezzo medio, che però sarà benefica per il mercato perché “porterà a bordo” nuove aziende investitrici. Parallelamente i nuovi media, digitali e territoriali, evolveranno qualitativamente la loro offerta e nel giro di due o tre anni arriveranno a rappresentare circa un terzo del mercato.

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