Nike meglio di Louis Vuitton: è il marchio di abbigliamento che vale di più

Svelata la classifica Apparel 50 2023 di Brand Finance, che vede il marchio sportivo americano guidare la classifica con una valutazione di oltre 31 miliardi di dollari. L’italiana Gucci al quarto posto, Rolex al primo posto tra gli orologi svizzeri

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Con un valore del marchio in calo, ma superiore a 31,3 miliardi di dollari, Nike si conferma al vertice della Apparel 50, lo studio di Brand Finance che analizza ogni anno il valore dei marchi di abbigliamento più importanti al mondo.

“Grazie al suo incessante impegno per l’innovazione, alla capacità di stare al passo con le tendenze del mercato e alle numerose partnership con atleti di tutto il mondo, Nike ha saldamente consolidato la sua posizione ai vertici del settore dell’abbigliamento”, ha commentato Annie Brown, direttore generale di Brand Finance UK. “Nel 2023, il marchio continuerà a sfruttare la sua enorme influenza e reputazione globale per promuovere un cambiamento positivo nel mondo dello sport e non solo”.

La top 10 della Apparel 50 2023 di Brand Finance

Dietro a Nike si conferma in seconda posizione il brand Louis Vuitton (circa 26,3 miliardi di dollari), seguito da Chanel (19,4 miliardi), mentre Gucci – primo marchio italiano in classifica, valutato 17,8 miliardi di dollari – scivola in quarta posizione.

Elevato il divario tra Nike e Adidas, che si piazza al quinto posto con un valore di 15,6 miliardi di dollari, davanti ad altri tre brand francesi come Hermès, Dior e Cartier. La spagnola Zara perde due posizioni, piazzandosi al non posto, con Rolex (valore del brand di 10,7 miliardi) che entra nella Top 10.

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La top 10 dell’Apparel 50 2023 di Brand Finance. Gucci è l’unico brand italiano nelle prime dieci posizioni. Nella Top 50 figurano anche Prada (18°), Armani (24°), Moncler (29°), Bulgari (40°) e Bottega Veneta (49°)

Celine il brand che cresce di più

Celine (valore del marchio in crescita del 51% a 2,9 miliardi di dollari) ha registrato una crescita notevole sotto la direzione creativa di Hedi Slimane e la guida dell’amministratore delegato Séverine Merle. Per Brand Finance, la visione innovativa di Slimane e gli sforzi di rivitalizzazione del marchio, potenziati dal marketing sui social media e dalle campagne pubblicitarie, hanno svolto un ruolo cruciale nel crescente valore del brand francese, passato dalla 45esima alla 35esima posizione in un anno. Celine, si sottolinea nell’analisi di Brand Finance, è un altro esempio della capacità del gruppo Lvmh di dare nuova vita ai marchi storici del lusso.

Sostenibilità: Nike sempre al vertice, perdono peso H&M e Zara

Mentre la sostenibilità diventa un fattore sempre più importante nella scelta dei marchi di abbigliamento, le case di fast fashion globali come H&M (valore del marchio in calo del 26% a 9,4 miliardi di dollari) e Zara (11 miliardi di dollari, -15%) stanno subendo un duro colpo per la forza del loro marchio e reputazione.

I deboli punti di forza del loro marchio, si precisa da Brand Finance, possono essere attribuiti a una comunicazione vaga e a una mancanza di trasparenza riguardo alla sostenibilità. Ad esempio, è stato scoperto che la Conscious Collection di H&M utilizza ampiamente materiali sintetici derivati ​​da combustibili fossili.

Nike, invece, si conferma al vertice anche sul fronte della sostenibilità. Il Sustainability Perceptions Value calcolato da Brand Finance si attesta per Nike a 2,3 miliardi di dollari. La campagna di sostenibilità Move to Zero del marchio americano ha attirato l’attenzione e migliorato la percezione globale dell’impegno di sostenibilità del marchio.

Nike, inoltre, sta coinvolgendo gli atleti nel tentativo di aumentare la consapevolezza dei consumatori sulla sostenibilità. Il marchio continua a sfruttare la sua enorme influenza globale per promuovere le pratiche Esg a livello aziendale, sostenendo la sua missione di “far evolvere il mondo” attraverso lo sport e favorire un cambiamento positivo per le comunità di tutto il mondo.

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