La penisola che non c’è

I marchi globali italiani si contano sulle dita di una mano: Gucci (in realtà di proprietà francese, gruppo Ppr) è 41°, Prada 87°, Ferrari 88° e Armani 89°. Tutti hanno migliorato il loro posizionamento rispetto allo scorso anno, ma questo segnale positivo non basta a negare la realtà: il sistema Italia ha difficoltà a creare marchi globali. In parte pesa la dimensione delle aziende, una realtà imprenditoriale deve raggiungere grandi dimensioni per poter dare vita a un marchio dal valore di almeno 1 miliardo di euro, ma influiscono altri elementi. Per esempio brand forti come Fiat e Indesit Company non sono abbastanza noti su mercati strategici come gli Usa e il Giappone per potersi definire globali. Altri brand internazionali, come Ferrero e Martini, non mettono a disposizione le informazioni necessarie alla loro valutazione. Secondo Manfredi Ricca, managing director di Interbrand Italia: “Abbiamo uno spirito di innovazione diffuso che porta a vere eccellenze locali e un sistema Paese che non permette che questa innovazione si traduca in valore economico sui mercati del mondo”.

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