Italia, un’immagine che va di male in peggio

Parla Simon Anholt, autore del Nation Brand Index

Facciamo ancora la nostra bella figura all’estero, ma ogni anno che passa perdiamo posizioni. La reputazione del nostro Paese è in declino, il Canada ci ha superato da tempo, Svizzera e Australia sono pronte a farlo. E non serve a nulla farsi pubblicità all’estero, è la sostanza che manca, almeno secondo il Nation Brands Index, la speciale classifica delle nazioni condotta ogni anno dal britannico Simon Anholt. Ma che succede? Lo abbiamo chiesto all’esperto.

In che posizione ci troviamo? Nell’edizione 2012 del mio Nation Brands Index, una delle più grandi indagini mai condotte attraverso 30 mila interviste in tutto il mondo, l’Italia si piazza terza su 50 per cultura, quinta per stili di vita e prima per turismo, mentre al capitolo politica, per colpa di quello che io chiamo l’effetto Berlusconi, che neppure Monti ha saputo correggere, precipita in 18esima posizione. Così la media si abbassa e in classifica generale siete solo settimi.

Stiamo peggiorando? L’immagine dell’Italia continua a peggiorare anno dopo anno. Nel 2008 e 2009 eravate sesti, poi c’è stato il sorpasso del Canada nel 2010 e siete passati in settima posizione, continuando però a perdere punti su tutta la pagella. E se andate avanti così, scenderete di sicuro al nono posto da qui a due anni, superati dalla Svizzera e dall’Australia.

Chi fa meglio di noi e perché?Vi stanno davanti gli Stati Uniti, la Germania, l’Inghilterra, la Francia, il Canada e il Giappone perché ritenuti più importanti, ricchi e potenti dell’Italia. Si può dedurre dai dati che la gente sia semplicemente felice che questi Paesi esistano.

Significa che non siamo bravi a promuoverci all’estero?La mia ricerca dimostra che i Paesi vengono giudicati per il contributo che sanno dare all’umanità e al pianeta. Non importa quanto siate bravi a farvi pubblicità e quanti soldi pubblici stiate spendendo per farvi promozione. Il mito del Bel Paese resiste ancora, ma non durerà per sempre. La maggior parte degli intervistati pensa che non siate altro se non un peso per il pianeta, ma un peso divertente. Insomma, un Paese scroccone, l’incompetenza ed egoismo del quale sono tollerati solo perché ci sono buon cibo e prodotti di qualità, oltre a bei posti dove trascorrere le vacanze.

Non abbiamo alcuna speranza di scalare la classifica?Sì, ma dovete fare qualcosa di concreto per l’umanità e per il resto del pianeta. Secondo la mia indagine, non sareste ancora abbastanza attivi nel panorama internazionale, non sufficientemente cosmopoliti e aperti. Soprattutto non siete percepiti come un Paese dai seri principi e neppure un interlocutore di peso nelle questioni che riguardano gli affari internazionali, i cambiamenti climatici, la povertà, lo sviluppo, l’ordine economico, la salute, la conoscenza, la pace e la stabilità mondiali. Il Rinascimento è acqua passata, oggi per il resto del mondo siete solo, e molto egoisticamente, attraenti. E con la crisi che viviamo non è abbastanza.

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