In Italia ci sono più imprenditori stranieri: quasi +30% in 10 anni

Secondo i dati forniti da Fondazione Moressa, al primo posto ci sono amministratori o titolari di aziende provenienti da Romania e Cina

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L’Italia ha sempre più imprenditori stranieri operanti sul proprio territorio. È quanto emerge dai dati condivisi dal Sole 24 Ore basati su una ricerca della Fondazione Leone Moressa, dedicata proprio ad analizzare l’andamento degli imprenditori immigrati e quello che riguarda le imprese straniere in mano per almeno il 50% a soci o amministratori nati all’estero.

Le persone fisiche nate all’estero che ricoprono incarichi come amministratori, soci o titolari d’imprese attive in Italia ora sono, stando a dati che arrivano fino al 31 dicembre 2023, ben 775.559. Nel 2013 si fermavano a 609mila, con una crescita fissata al +27,3% in 10 anni. Il confronto è ancora più netto allargando l’orizzonte temporale al 2003, quando gli imprenditori immigrati erano 313.352. Contestualmente, sono diminuiti del 6,4% gli imprenditori italiani nel corso dell’ultimo decennio. Dai 7,4 milioni del 2013, siamo passati a 6,68 milioni lo scorso anno.

Secondo la mappa riportata dall’analisi, la maggior parte degli imprenditori stranieri in Italia provengono dalla Romania, che con 78.258 persone ha sorpassato la Cina (78.114); insieme i due Paesi rappresentano il 20% degli imprenditori immigrati in Italia, ma nell’ultimo anno sono cresciute anche le comunità albanesi (+7,6%), moldave (+11,1%) e ucraine (+8%); calano invece quelle del Marocco e del Bangladesh, pur restano tra i primi 5 Paesi di provenienza.

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Interessante anche il dato sul “tasso di imprenditorialità” dei singoli Paesi riportato dalla Fondazione Leone Moressa ripreso dal Sole 24 Ore: tra i nati in Italia, gli imprenditori sono il 12,4% della popolazione, mentre tra gli stranieri in media il 15,1%, ma Cina, Bangladesh, Egitto e Brasile superano ance il 20%. Tra i valori più bassi, invece, Sri Lanka, Ucraina e Filippine. Le donne rappresentano il 27,6% di imprenditori immigrati in Italia e la percentuale con più incidenza è riscontrabile nelle comunità ucraine (57,6%), brasiliane (48.4%) e cinesi (46.5%).

Per quanto riguarda i settori di attività, le imprese a conduzione straniera (585.584 in Italia, 11,5% del totale), il 60% sono dedite al commercio o all’edilizia, che con 1 azienda su 5 nelle mani di persone non nate in Italia ha le percentuali maggiori del quadro. Agricoltura e servizi, invece, sono più rappresentate da imprese italiane: quelle straniere sono limitate al 2,9% e al 7,9%.

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