I bilanci dei negozi di elettronica 2009

Volete conoscere il capitale sociale o i ricavi dalle vendite, l’Ebit oppure il margine di primo livello dei principali operatori del canale Consumer Electronics? Ecco la seconda raccolta dei bilanci dei negozi di elettronica, stilata dalle riviste specializzate Trade Bianco e Trade Consumer Electronics

Eccoci al secondo appuntamento del rapporto “I bilanci del Trade”, uno strumento per leggere l’andamento dei principali operatori della distribuzione attraverso i bilanci civilistici. Quest’anno abbiamo raccolto 149 bilanci di operatori e quelli delle sei di centrali nazionali, uno spaccato molto importante visto che copre quasi 10 miliardi di euro di fatturato su neanche 15 del totale retail channels.Partiamo dal mercato. Come è stato il 2009? Un anno con più debolezze che punti di forza: secondo Gfk tutti i settori del mercato, con eccezione per il consumer electronics, hanno segnato un andamento negativo e il valore totale del mercato è diminuito del 1,6%.Diversamente le 155 ragioni sociali inserite nello Speciale hanno il fatturato del “2009” in crescita del 5,2% rispetto al “2008” per un giro d’affari totale di 9,8 miliardi di euro. Il margine medio di primo livello (la differenza tra ricavi dalle vendite e costo della produzione) purtroppo è del 17,76%, in diminuzione rispetto al periodo precedente quando era del 18,39%. Il risultato ante imposte è positivo per il 2,70% mentre l’anno precedente raggiungeva solo l’1,55%.Il valore totale dei magazzini alla fine del periodo è di 1,117 miliardi di euro, sostanzialmente stabile in termini di importo, ma in diminuzione per quanto riguarda i giorni di copertura delle scorte e identificabile in 56 giorni. I giorni di pagamento ai fornitori sono stati 84, con un credito concesso dalle aziende pari a poco più di 2 miliardi di euro, mentre l’anno precedente il pagamento era stato a 89 giorni.39 ragioni sociali hanno chiuso il bilancio con un risultato ante imposte negativo; in qualche caso si tratta di pochi euro, in altri casi di valori estremamente importanti. Tra queste la catena UniEuro che diminuisce il proprio fatturato, soprattutto per la dismissione di punti vendita, e termina l’anno con una perdita prima delle imposte di 47 milioni di euro. Il risultato viene comunque definito “brillante” nella relazione di gestione perché contestualizzato nel processo di ristrutturazione intrapreso e chiamato “piano industriale”, che vedeva perdite per 360 milioni di euro ell’esercizio precedente.Nelle pagine dello Speciale troverete anche delle tabelle esplicative, a partire dal “Club 100”, cioè gli operatori che superano il fatturato di 100 milioni di euro (ne fanno parte 19 aziende). È stata aggiunta anche la tabella “Road to 100”, cioè la hit delle società con un fatturato superiore a 50 milioni ma inferiore a 100, che potrebbero aspirare all’ingresso nel Club 100 in relazione al loro positivo tasso di crescita. Peraltro sono solo 17 le ragioni sociali con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, e di queste sono 9 quelle che abbiamo evidenziato per la crescita del fatturato e quindi per la propensione a entrare nel ristretto club dei big.

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