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Tremonti in trincea per Parmalat contro l’assalto francese

Il ministro fa “shopping giuridico” e propone una norma canadese antiscalata già utilizzata contro l’Eni nell’85. Una barriera per bloccare l’ingresso di Lactalis in Parmalat che ha un potenziale 14,3% nel gruppo italiano e punta al 30%. Intanto Ferrero è pronta a scendere in campo per il Gruppo di Collecchio

Saranno stati i recenti festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia o le recenti acquisizioni straniere in Italia (da ultima Bulgari a Lvmh) a risvegliare lo spirito di Giulio Tremonti in difesa della struttura produttiva italiana. Il messaggio, però, è chiaro: non passa lo straniero. Dopo il tentativo di scalata della francese Lactalis in Parmalat (con un potenziale 14,3%, ma pronta a salire fino al 29.9%), il ministro dell’Economia è pronto ad alzare le bandiere al confine per difendere l’industria nazionale dagli attacchi stranieri, soprattutto dagli occhi francesi su Parmalat ed Edison (quest’ultima vicino al colosso energetico Edf). “Sto facendo shopping giuridico”, ha affermato nei giorni scorsi Tremonti che intende studiare “una legge canadese che – ha spiegato – mi han detto che fu applicata contro l’Eni”. Si tratterebbe della legge federale del 1985 che consente al governo di vietare investimenti stranieri cospicui se non portano un beneficio al Paese. Un tema, quello della difesa della struttura produttiva italiana, sul quale sono interventi in molti, esponenti di governo, opposizione, e del mondo produttivo manifestando accordo, pur con qualche distinguo. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha insistito sulla necessita “di fare qualcosa” perché “troppe aziende (italiane) sono sotto pressione di aziende francesi, e in Francia c’è una normativa che difende le loro aziende”. Per il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera “l’obiettivo è allineare la normativa che viene applicata in Francia e in Italia. Una riflessione legittima -continua – Credo sia corretto un rapporto bilanciato con altre aree del mondo e gli altri Paesi per garantire un’ applicazione omogenea”. “Reciprocità sì, protezionismo no” ribatte il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, che ha sottolineato come “non serve solo un decreto difensivo ma ci vuole anche una politica industriale che è mancata”.

Ferrero interessata a ParmalatE intanto le società italiane sono pronte a scendere in campo per Parmalat. Su tutte la Ferrero, l’interesse del gruppo della Nutella segna una svolta nella corsa contro il tempo per il controllo dell’azienda alimentare. Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo e regista della cordata italiana su Parmalat ci crede: “l’intervento del gruppo Ferrero potrebbe essere fondamentale. Ci stiamo muovendo come sistema, ci sono le imprese, l’industria, le banche e c’è il pubblico che se ne occupa, è una cosa piacevole, non è il successo assicurato, ma la precondizione del successo”. Passera dunque confida di poter aggregare energie finanziarie, politiche e industriali sufficienti per creare una linea Maginot a difesa di una impresa strategica italiana dall’attacco di Lactalis, il re del Camembert, che nel nostro Paese controlla già Galbani, Invernizzi e altri marchi di noti formaggi.