Il boom dello spread fa bene ai mutui (per qualche mese)

L’Euribor è negativo (quindi vantaggioso) da tre anni e non è dato in risalita a breve. Di conseguenza, la rata dovrebbe rimanere invariata

Chi ha un mutuo a tasso variabile o deve stipularne uno a breve può tirare un sospiro di sollievo. Il boom dello spread (che, ricordiamo, è la differenza di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi ed è considerato un indicatore dello stato di salute della nostra economia: più è basso, cioè, e più l’Italia sta andando bene) registrato in questi giorni soprattutto a causa dell’instabile situazione politica non si rifletterà in un aumento dei tassi. Al contrario. Secondo le previsioni del Sole24 ore, almeno per qualche mese, ci potrebbero addirittura essere degli effetti positivi per le famiglie. Il tasso dei mutui variabili, infatti, è determinato da due variabili. Innanzitutto, la quota decisa dalla banca (chiamata “spread”, ma da non confondere con l’altro spread, ossia il margine che l’istituto di credito guadagna con il finanziamento). In secondo luogo, l’indice Euribor che dipende da vari fattori di mercato e che è eccezionalmente negativo (quindi molto vantaggioso) da tre anni. Ebbene, fino a qualche giorno fa, le stime prevedevano un aumento dell’Euribor fra un anno. Ora, l’indice è dato in risalita tra almeno 18 mesi. Di conseguenza, la rata dovrebbe rimanere invariata o addirittura diminuire, perlomeno nel breve periodo. Inoltre, anche i tassi della Banca centrale europea (Bce), che influenzano tutti gli altri tassi, sono ai minimi storici e non saranno ritoccati al rialzo proprio ora.

Lo spread e i mutui a tasso fisso

E per quanto riguarda i mutui a tasso fisso? In questo caso, non cambia nulla, ma solo per chi ha già stipulato un contratto e che dunque pagherà fino alla fine la stessa rata, indipendentemente dall’andamento dal mercato. Per chi è in procinto di avviare un mutuo a tasso fisso, invece, il momento potrebbe essere favorevole. Nei mutui a tasso fisso, infatti, la rata viene stabilita sulla base degli indici Eurirs, che seguono da vicino l’andamento dei tassi del Bund tedesco: in genere, si considera il valore del giorno in cui si stipula il mutuo. Durante i momenti di scossa finanziaria, i Bund tendono a scendere, di conseguenza anche l’Eurirs. Chi fa un mutuo oggi, dunque, paga meno di chi l’ha sottoscritto una settimana fa. E se la tensione sui mercati dovesse proseguire, è probabile che i tassi finali dei nuovi mutui saranno ulteriormente ridimensionati.

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